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Ilaria Cucchi: "Da Nistri uno sproloquio contro chi ha parlato". Il ministro Trenta la smentisce

La responsabile della Difesa: "Niente di tutto questo. Sarei intervenuta"

Carlo Antini
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«Dal generale Nistri mi sarei aspettata non dico delle scuse ma certo non 45 minuti di sproloquio contro Casamassima, Rosati e Tedesco, gli unici tre pubblici ufficiali che hanno deciso di rompere il muro di omertà nel mio processo». Lo ha detto Ilaria Cucchi nel corso di una conferenza stampa a Roma. Riferendosi allo «sproloquio» contro Casamassima, Rosati e Tedesco, Ilaria Cucchi ha aggiunto: «Come a dire, ho pensato, i tre pubblici ufficiali che hanno deciso di rompere il muro di omertà al processo non sono degni di continuare ad indossare la divisa che io amo e rispetto. In un processo dove stanno emergendo gravissime responsabilità, siamo sicuri che ci sia l'insostenibile esigenza di punire proprio quelli che hanno parlato?». Alle parole della Cucchi risponde il ministro della Difesa Trenta. «Ringrazio Ilaria Cucchi per le parole di stima espresse nei miei riguardi e le rinnovo la mia più profonda vicinanza per quel che ha passato fino ad oggi, confermandole il mio supporto nella ricerca della verità. Ieri - ricorda la Trenta - ho favorito un incontro perché sentivo di farlo, perché credo nello Stato e nella giustizia. Ma soprattutto, perché credo proprio nella verità. A tal proposito, il Comandante dell'Arma dei Carabinieri Giovanni Nistri non ha portato avanti alcun sproloquio e non ha manifestato nei confronti di nessuno pregiudizi punitivi. Ero presente, se lo avesse fatto sarei intervenuta! Semplicemente, ha rimarcato l'obbligo per tutti i gradi al rispetto delle regole, il che rientra nelle sue prerogative di Comandante. Non sto offrendo una mia personale interpretazione dei fatti. Sto raccontando solo quel che è successo. Se c'è stata una incomprensione non trapelata durante l'incontro mi spiace, poiché la natura stessa dell'incontro era quella di favorire un confronto aperto e trasparente. Ieri, nelle dichiarazioni alla stampa, mi sono commossa. Sento forte la responsabilità di questa vicenda, anche se sono ministro da pochi mesi. E vorrei che questo senso di responsabilità fosse condiviso. In modo umano».

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