delitto macerata
"Uccise Pamela, il nigeriano va processato"
La Procura di Macerata ha chiesto il rinvio a giudizio per Innocent Oseghale con l'accusa di omicidio, violenza sessuale, vilipendio, soppressione e occultamento di cadavere. Secondo l'accusa contestata dal procuratore capo Giovanni Giorgio e dal sostituto procuratore Stefania Ciccioli, il ventinovenne nigeriano ha prima violentato, poi ucciso e infine fatto a pezzi il corpo senza vita di Pamela Mastropietro. Nell'interrogatorio del 20 luglio ha ammesso per la prima volta una parte delle sue responsabilità, dicendo ai pm di essere stato lui, da solo, a smembrare il cadavere della diciottenne romana, a scuoiarlo, lavarlo con la candeggina e poi a chiudere i resti nei due trolley che ha abbandonato la notte del 30 gennaio scorso sul ciglio di una strada nella zona industriale di Pollenza, una frazione del capoluogo marchigiano. Oseghale, però, continua a sostenere di non aver ammazzato, né tanto meno stuprato la ragazza. Agli inquirenti ha ribadito fino all'ultimo che la vittima è morta per un'overdose all'interno del suo appartamento di via Spalato 124: «Le ho buttato dell'acqua addosso per cercare di rianimarla, ma non si muoveva». Un suo connazionale, a cui si era rivolto per chiedere aiuto, gli avrebbe consigliato di chiamare l'ambulanza, ma Innocent non l'ha ascoltato: non voleva che la sua compagna scoprisse quanto era successo. «Sono sceso per comprare un borsone da un negozio gestito da cinesi», ha raccontato, ma una volta a casa ha scoperto che non era grande a sufficienza per contenere il corpo di Pamela. Da qui l'idea di smembrarlo e di nascondere i resti in due trolley (uno era di Oseghale, l'altro della vittima), che ha caricato nella macchina di un tassista abusivo camerunense e scaricato nel luogo in cui sono stati ritrovati il giorno dopo, il 31 gennaio. La Procura resta convinta del fatto che il nigeriano abbia... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI