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Mimmo Lucano in libertà ma lontano da Riace. I suoi: peggio dell'arresto

Revocati i domiciliari al sindaco calabrese che ha lasciato il paese

Davide Di Santo
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Il Tribunale del riesame di Reggio Calabria ha revocato gli arresti domiciliari per il sindaco di Riace Mimmo Lucano ma ha disposto, nel contempo, il divieto di dimora nella cittadina calabrese. All'alba Lucano ha lasciato il paese pur senza allontanarsi troppo: si sarebbe trasferito, infatti, in un centro del circondario.  Lucano era stato arrestato con l'accusa di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e fraudolento affidamento diretto del servizio di raccolta dei rifiuti il 2 ottobre scorso. Il primo cittadino, considerato simbolo dell'accoglienza, era finito ai domiciliari all'alba di quel giorno con un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Domenico Di Croce, su richiesta del procuratore di Locri, Luigi d'Alessio, che aveva deciso anche il divieto di dimora per la sua compagna, Tesfahun Lemlem. I due avrebbero organizzato "nozze di convenienza tra riacesi e stranieri al fine di favorire illecitamente la permanenza di quest'ultimi in Italia". Per Lucano, inserito in passato nella Top50 di 'Fortune' perché ha rilanciato la sua Riace, di cui è sindaco dal 2004, con i migranti, suona come una beffa il verdetto dei giudici di Reggio. Di quest'avviso è almeno il vicesindaco della cittadina calabrese, Giuseppe Gervasi. "Dal punto di vista giuridico si passa a una misura restrittiva minore - commenta a caldo - ma da un punto di vista umano per molti versi credo sia ancora peggiore questa misura cautelare. L'allontanarlo da Riace significa un duro colpo per tutto quello che ha fatto".

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