L'inchiesta
Fondi al teatro Eliseo, Barbareschi indagato
"Coup de théâtre" nella vicenda sul maxi finanziamento da 8 milioni di euro di cui Luca Barbareschi, direttore dell'Eliseo di Roma, ha beneficiato per la stagione 2017-2018. Il regista e attore, assistito dal professor Franco Coppi, è indagato dal pm Giuseppe Cascini per traffico di influenze, in concorso con un "faccendiere", che, in cambio dell'assunzione di sua figlia in teatro, si sarebbe speso per far presentare un emendamento grazie al quale l'anno scorso il Parlamento ha approvato lo stanziamento extra Fus (il Fondo unico per lo spettacolo erogato dallo Stato) a favore dell'Eliseo. Pur non sapendo cosa si nascondesse dietro il sipario, e prima che i carabinieri del Nucleo investigativo ultimassero le indagini, le associazioni di categoria avevano già gridato allo scandalo. «Si è deciso di riconoscere un contributo straordinario ad personam di 8 milioni di euro a una società privata che gestisce un immobile di proprietà privata. Stiamo parlando - avevano specificato le associazioni Agis e Federvivo - della Casanova Teatro srl di Luca Barbareschi e del Teatro Eliseo». Sulla stessa linea Benedetta Buccellato, segretario generale dell’associazione per il Teatro Italiano, che aveva definito «una regalia faraonica a un privato» quella riservata al collega Barbareschi, mentre «centinaia di sale bellissime in tutta Italia restano chiuse per mancanza di fondi». Il «contributo al teatro Eliseo», bocciato dall'allora ministro alla Cultura Dario Franceschini, era stato presentato e poi ritirato dal decreto Milleproroghe, per essere rinfilato in commissione Bilancio da due deputati, Alberto Giorgetti di Forza Italia e Sergio Boccadutri del Pd, con addirittura il raddoppio della cifra: passata da 2 a 4 milioni di euro per ciascun anno. L'emendamento, approvato in commissione alla Camera a maggio 2017, era finito nella manovra correttiva di bilancio. Le altre sale romane non hanno assistito mute allo spettacolo. A novembre il Sistina, il Cometa, il Parioli, l’Ambra Jovinelli, il Quirino e il Vittoria (che hanno ricevuto un ottavo della somma ottenuta dall'Eliseo) hanno presentato un ricorso al Tar del Lazio, chiedendo l’annullamento del provvedimento con cui il ministero dell'Economia e quello dei Beni culturali avevano stanziato gliti 8 milioni di euro. «Un intervento agevolativo - si legge nel ricorso, respinto a dicembre dai giudici - posto in essere a favore di uno specifico soggetto al di fuori di quelle che sono le regole generali di assegnazione di fondi statali ai teatri, che finisce per discriminare tutte le altre imprese».