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Anche due romani tra i dieci morti nel torrente Raganello

Carlo Maurici e Valentina Venditti hanno perso la vita nel Pollino

Carlo Antini
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Sono dieci, sei donne e quattro uomini, le vittime del nubifragio che ha fatto esondare il Raganello trascinando via gli escursionisti che attraversavano la riserva naturale situata nel parco del Pollino, in provincia di Cosenza. Un tragico bilancio che poteva essere peggiore se si pensa che, al momento dell'esondazione, due gruppi di escursionisti di complessive 36 persone visitavano la zona, ignari del pericolo cui andavano incontro. Il bilancio finale è di 23 persone tratte in salvo, undici delle quali rimaste ferite: tra di loro una bimba di otto anni, ricoverata in gravi condizioni e che nella tragedia ha perso i genitori. La prefettura ha ufficializzato l'elenco dei nomi delle vittime: tra di loro c'è la guida, Antonio De Rasis, 32 anni, una lunga esperienza anche come soccorritore con la protezione civile e intervenuto all'Hotel Rigopiano, i romani Carlo Maurici, 35 anni, e Valentina Venditti, 34; tre persone originarie del Napoletano: Maria Immacolata Marrazzo, 43 anni, Carmela Tammaro, 41 e Antonio Santopaolo, 44; mentre erano pugliesi Miriam Mezzolla, 27 anni e Gianfranco Fumarola, 43, e originaria di Bergamo Paola Romagnoli, 55 anni. Il maltempo che si è abbattuto sulla Calabria ha ingrossato il torrente Raganello, attorno alle profonde gole del quale, per quasi venti chilometri, si estende la riserva naturale che prende il nome dal corso d'acqua. Un mare di acqua e fango ha gonfiato in pochi minuti le gole esondando, trascinando via gli escursionisti e scaraventato alcune vittime anche a cinque chilometri di distanza dal luogo in cui sono state travolte. Sulla vicenda ha aperto un'inchiesta la procura di Castrovillari che ipotizza i reati di omicidio e lesioni colpose, inondazione e omissione di atti di ufficio. Al momento non ci sono indagati ma la lente del pool coordinato dal procuratore Eugenio Facciolla si concentrerà presto sulle istituzioni responsabili della riserva a cominciare dall'Ente che la gestisce e i quattro Comuni che ne fanno parte (San Lorenzo Bellizzi, Civita, Cerchiara di Calabria e Francavilla). «Di allerta meteo non ce n'era stata una ma tre: tutte di codice giallo che in questa zona significa "serio pericolo"», sottolinea Facciolla. Certo è che il grave rischio era evidente viste le condizioni meteo ma chi è morto, o ha rischiato di morire, non lo sapeva. «Le escursioni, con persone spesso inesperte, che più che guide sono accompagnatori, e non a caso fanno firmare una liberatoria per evitare qualsiasi responsabilità, sono a pagamento - spiega Facciolla - per questo forse si preferisce rischiare, magari sottovalutando le reali condizioni meteo, quando considerata l'allerta diffusa il giorno prima, c'erano tutti i presupposti per stare alla larga da quel posto». La riserva delle Gole del Raganello «è una zona dove l'accesso non è controllato e le informazioni ai visitatori sono pressoché assenti - aggiunge - Io stesso, che lavoro qui da due anni, ho constatato, solo la notte scorsa, la totale assenza di informazioni e di un sistema di controlli di accesso all'area. Questo è sicuramente un tema che andrà approfondito perché non si ripetano più tragedie simili».

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