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La Diciotti a Catania ma niente sbarco. Salvini: "Non attraccherà lì"

Intanto la Procura di Agrigento ha aperto un'inchiesta

Carlo Antini
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Eppur si muove. Dopo 5 giorni ferma in mare davanti all'Isola di Lampedusa la nave Diciotti, con 177 migranti a bordo recuperati nel mar Mediterraneo, trova un porto verso il quale dirigersi con l'ok delle autorità. L'annuncio arriva direttamente dal ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli. «Attraccherà a Catania» dice ringraziando «i valorosi uomini della Guardia costiera che hanno compiuto il proprio dovere salvando vite umane ad appena 17 miglia da Lampedusa. Ora l'Europa faccia in fretta la sua parte». Attracco sì, forse, sbarco delle persone a bordo assolutamente no. La correzione del Viminale all'annuncio del ministro in quota Movimento Cinque Stelle arriva in un battito di ciglia ed è piuttosto puntuta. Il ministro dell'Interno infatti, spiegano alcune fonti, non ha dato né darà alcuna autorizzazione allo sbarco dei migranti a bordo della Diciotti fino a quando non si avrà certezza che le 177 persone andranno altrove. Matteo Salvini, insomma, tira dritto su quella che è sempre stata la sua linea da quando è entrato al ministero. «O l'Europa si ricorda di esistere o l'Italia la smetterà di essere il campo profughi dove tutti arrivano e tutti rimangono e gli italiani pagano. E, quindi, abbiamo detto agli amici europei che se c'è un aiuto concreto, veloce, immediato bene, altrimenti visto che sono sbarcate in Italia 700mila persone negli ultimi anni abbiamo già dato», il suo pensiero chiaro e netto. «O c'è un aiuto e una redistribuzione immediata oppure cominceremo a riportare queste persone in Libia», aggiunge ancora. Intanto Medici Senza Frontiere chiede l'intervento del premier Conte, il garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà informa le alte cariche dello Stato con alcune sue valutazioni relative al caso e, soprattutto, la procura di Agrigento apre un'inchiesta. L'obiettivo, «oltre ad individuare scafisti e soggetti dediti al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina», è anche quello di «conoscere le condizioni dei 177 migranti superstiti a bordo dell'unità navale militare». 

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