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Nave italiana riporta in Libia cento migranti. L'armatore smentisce Ong e sinistra

"Ha coordinato la marina di Tripoli"

Davide Di Santo
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Lunedì la nave italiana "Asso 28" ha salvato un centinaio di migranti e li ha riportati in Libia. L'episodio potrebbe costituire una violazione del diritto internazionale, ma il governo sottolinea che la Guardia costiera italiana non è stata coinvolta, né sarebbe stata violata la Convenzione di Amburgo del 1979. Il parlamentare di Liberi e Uguali Nicola Fratoianni, però, mette in dubbio la versione dell'esecutivo. La "Asso 28" è un imbarcazione utilizzata in supporto ad una piattaforma gestita dall'Eni e dalla compagnia petrolifera di Stato della Libia (il cui acronimo è Noc). La nave ha soccorso un gommone che trasportava 101 persone, di cui 5 bambini e 5 donne incinte. I migranti sono quindi stati riportati in Libia. Se si trattasse di 'respingimento', come denuncia Fratoianni, verrebbe condannato dalla Corte europea dei diritti umani, che sanzionò un episodio in cui una nave italiana, su indicazione delle autorità di Roma, riportò le persone in Libia, all'epoca di Roberto Maroni al Viminale.  SALVINI: GUARDIA COSTIERA ITALIANA NON HA COORDINATO - L'attuale ministro degli Interni, Matteo Salvini, ricorda che "la Guardia Costiera libica nelle ultime ore ha salvato e riportato a terra 611 immigrati". Nel caso della Asso 28, "la Guardia Costiera italiana non ha coordinato e partecipato a nessuna di queste operazioni, come falsamente dichiarato da una Ong straniera e da un parlamentare di sinistra male informato". TONINELLI: NESSUN RESPINGIMENTO - La stessa ricostruzione viene ripetuta anche dal ministro per i Trasporti e le Infrastrutture, Danilo Toninelli, secondo cui "non è stato un respingimento", perché la Guardia costiera libica "non ci ha fornito alcuna indicazione" e quindi "il diritto internazionale non è stato violato". "Il fatto è avvenuto in acque Sar libiche, dove secondo le norme internazionali è la Libia a dover cordinare le operazioni", spiega il ministro a margine di un'audizione al Senato. L'ARMATORE DELLA ASSO 28 SMENTISCE FRATOIANNI - Il deputato di Sinistra italiana, però, si chiede chi ha dato l'ordine alla nave. Ma la società Augusta Offshore di Napoli, armatrice dell'Asso 28, risponde che il battello ha ricevuto istruzioni dal dipartimento per la Marina libica di Sabratah, il quale ha chiesto di procedere in direzione di un gommone avvistato a circa 1,5 miglia sud est dalla piattaforma, dopo aver imbarcato rappresentanti delle autorità libiche sulla piattaforma stessa. L'azienda conferma anche che "le attività di soccorso si sono svolte sotto il coordinamento della Guardia costiera libica". Come ricostruito dalla società partenopea, nel pomeriggio del 30 luglio la nave era in assistenza alla piattaforma di estrazione 'Sabratah' della Mellita Oli & Gas, società gestita appunto da Eni e dalla compagnia petrolifera libica. Dopo il completamento delle operazioni di recupero, una motovedetta della Guardia costiera libica si è affiancata alla Asso 28, scortandola fino al porto di Tripoli, raggiunto nella serata di lunedì. Augusta Offshore assicura che "non si sono verificati incidenti o proteste da parte dei migranti salvati, anche quando sono stati trasbordati sul battello della Guardia Costiera libica all'interno del porto di Tripoli".

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