Chiesta l'archiviazione per Brizzi: "Non ci fu violenza sessuale"
La procura di Roma: "Il fatto non sussiste"
Gli inquirenti della Procura di Roma hanno chiesto di archiviare l'inchiesta sul regista cinematografico Fausto Brizzi, accusato di violenza sessuale. Secondo il procuratore aggiunto di Roma Maria Monteleone, che ha proceduto sulla base della denuncia di tre attrici, il regista non ha commesso alcun reato, infatti la formula utilizzata per richiedere l'archiviazione è quella del "il fatto non sussiste". Delle tre querele arrivate a piazzale Clodio, tra l'altro, solamente una sarebbe stata utilizzabile perché le altre due erano giunte nelle mani dei pm fuori dai termini temporali previsti. Nei reati di natura sessuale, infatti, si può procedere solamente per fatti risalenti a sei mesi prima della denuncia. Il caso era esploso nei mesi scorsi quando Dino Giarrusso, ex inviato dei Le Iene e oggi in forza al Movimento 5 Stelle, intervistò alcune attrici che raccontavano di scene in parte simili, avvenute in un appartamento nel quartiere romano di San Lorenzo. Le ragazze, spiegava Giarrusso, "non si conoscono tra loro". Inizialmente il nome di Brizzi non viene rivelato. In tv si parla genericamente di un "regista di poco più di 40 anni". Poi lo scandalo viene reso pubblico a novembre 2017 sulla stampa dopo che il nome era circolato sui social. LE TAPPE DELLA VICENDA - Il suo ultimo film, dal titolo "Poveri ma ricchissimi", a Natale scorso era uscito privo del nome del regista. Un dettaglio che racconta più di ogni altro il clima che ha accompagnato la vicenda di Fausto Brizzi, regista cinematografico e sceneggiatore, autore negli ultimi dieci anni di alcune delle commedie leggere più premiate dagli incassi al botteghino. Oggi la Procura di Roma ha chiesto l'archiviazione delle indagini con l'accusa di molestie sessuali nei confronti di Brizzi, accusato da tre ragazze di essere state costrette a dei rapporti sessuali dopo dei provini svolti nell'abitazione del regista. I fatti contestati si sarebbero svolti tra il 2014 e il 2017. Secondo gli inquirenti però "il fatto non sussiste" e gli episodi non avrebbero profili di natura penale. A novembre dello scorso anno la trasmissione televisiva Le Iene aveva mandato in onda un servizio in cui venivano riportate le parole di dieci attrici che parlavano delle presunte molestie sessuali ricevute dal regista nel suo loft durante dei provini. Tre di queste ragazze hanno poi sporto denuncia. Il regista è stato ascoltato in Procura ad aprile scorso per fornire dei chiarimenti in merito ai fatti contestati. Caso #Brizzi: chiesta l'archiviazione per il regista dopo la denuncia di violenza sessuale di tre donne. Noi de #LeIene abbiamo sollevato il caso raccogliendo le testimonianze di 15 attrici che accusano il regista di averle molestate https://t.co/SrzkWDRaiZ— Le Iene (@redazioneiene) 31 luglio 2018 Oggi la trasmissione di Mediaset su Twitter sottolinea: "Noi de Le Iene abbiamo sollevato il caso raccogliendo le testimonianze di dieci attrici che accusano il regista di averle molestate". Il caso Brizzi è caduto nel pieno della bufera che contemporaneamente ad Hollywood ha riguardato il produttore Harvey Weinstein, accusato da più parti di molestie sessuali, che ha dato il via al movimento #MeToo, composto da attrici in prima fila nella denuncia di violenze tentate o riuscite nel mondo del cinema. In Italia, dopo l'emersione della notizia relativa alle indagini su Brizzi, l'attrice Asia Argento, portabandiera del movimento #MeToo aveva commentato sui social: "Adesso querelaci a tutte". Intanto l'avvocato Antonio Marino, difensore del regista, contattato al telefono dall'Agi, non ha voluto commentare la notizia.