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La strage di Bologna e il depistaggio che non Vale

Oggi si sta celebrando un nuovo processo

Valerio Cutonilli
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“Una macchinazione sconvolgente che ha obiettivamente depistato le indagini sulla strage di Bologna. Sgomenta che forze dell'apparato statale, sia pure deviate, abbiano potuto così agire, non solo in violazione della legge, ma con disprezzo della memoria di tante vittime innocenti, del dolore delle loro famiglie, e con il tradimento della aspettative di tutti i cittadini che giustizia si facesse”. Nell'85 la Corte di Assise di Roma usò parole dure nella sentenza di condanna degli ufficiali del Sismi responsabili del più grave inquinamento dell'inchiesta sull'eccidio bolognese. Il 13 gennaio ‘81 i militari avevano fatto ritrovare a bordo del treno Taranto-Milano, in sosta alla stazione di Bologna, valigie contenenti un esplosivo simile a quello usato nell'attentato. Attraverso false informative il Sismi ingannò i magistrati bolognesi, portandoli a indagare su un piano eversivo denominato terrore sui treni, concertato dai neofascisti italiani assieme a terroristi stranieri. Nelle sentenze di condanna nei confronti di Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini - ritenuti responsabili della strage - si ritenne che il depistaggio fosse servito ad agevolare proprio i Nar. Motivazione però ritenuta talmente contraddittoria da indurre molti osservatori neutrali a dissociarsi dalla ricostruzione giudiziaria. Se il depistaggio è stato ordito contro l'estrema destra, la logica porta a ritenere che gli autori effettivi della strage avessero una collocazione ideologica completamente diversa. Chi depista sa bene chi deve calunniare e chi deve proteggere. Nessuno depista portando i giudici a indagare nella giusta direzione. Oggi a Bologna si sta celebrando un nuovo processo per la strage. Gilberto Cavallini è accusato di aver partecipato all'attentato assieme alle tre persone già condannate. La distanza dai fatti consente finalmente un confronto sereno. La guerra fredda e il Muro di Berlino sono ormai un lontano ricordo. Un'attenta lettura di documenti - mai acquisiti nei vecchi processi - dimostra in modo chiaro che i Nar furono le vittime del depistaggio organizzato dal Sismi. È infatti processualmente accertato che Fioravanti, Mambro, Ciavardini, Cavallini e un quinto militante dei Nar - Giorgio Vale - sono responsabili dell'omicidio avvenuto a Roma il 28 maggio ‘80. Il 16 ottobre ‘80 con una nota Ansa il loro vincolo criminoso venne reso pubblico: “si sono appresi i nomi dei tre fascisti che con lo stesso Ciavardini uccisero l'appuntato Francesco Evangelista il 28 maggio, davanti al liceo "Giulio Cesare", Sono Francesca Mambro…Valerio Fioravanti…e Giorgio Vale”. Il 5 febbraio '81 Fioravanti fu arrestato a Padova. La stampa ricordò subito l'omicidio Evangelista. Il 6 febbraio ‘81 una nota Ansa sull'arresto di Padova ribadì il legame ormai pubblico tra Fioravanti e Vale: “almeno due delle armi usate dai neofascisti, una pistola e una pistola mitragliatrice, erano quelle che Valerio Fioravanti e un altro neofascista, Giorgio Vale, avevano sottratto ad una pattuglia di militari dell'arma a Siena, il 13 novembre 1980”. Il 7 febbraio ‘81 il Sismi inviò ai giudici bolognesi la falsa informativa che indicava in Vale il terrorista che aveva acquistato i biglietti aerei rinvenuti nella valigia depistante del 13 gennaio. La sequenza temporale non consente equivoci. La vittima del depistaggio è Vale che prima della strage fu coinvolto nell'omicidio Evangelista assieme a Fioravanti, Mambro, Ciavardini e Cavallini. Vale morì nell‘82 ma i familiari si costituirono parte civile nel processo per la strage di Bologna, ottenendo il giusto risarcimento. Ma se Vale è la vittima accertata, come può negarsi che i Nar furono vittime e non beneficiari del depistaggio organizzato dal Sismi? La Corte che oggi giudica Cavallini è garanzia d'imparzialità. Lecito attendere ossequiosamente una spiegazione all'assurdo logico che ha collocato Vale dietro il banco della parte civile e Fioravanti, Mambro, Ciavardini e Cavallini dietro quello degli imputati.

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