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Chissenefrega dei terremotati

A due anni dal sisma la politica si è dimenticata di chi ha perso ogni cosa

Remo Croci
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La natura rinasce proprio dove la burocrazia distrugge i sogni della ricostruzione. La prova concreta è qui, fra i borghi arroccati lungo la Salaria e la fioritura di Castelluccio. Ci sono ancora le case squarciate e le macerie. Ci sono poi i colori dei prati che si rinnovano nei mesi. Un processo naturale che non ha bisogno dell'intervento dell'uomo. Ne avrebbero bisogno i paesi spazzati via dal terremoto di due anni fa. Interventi che non ci sono. Come non ci sono i soldi. Nessuno sa quanti ce ne siano effettivamente per la ricostruzione delle case private. Lungo questi sentieri di montagna le voci corrono più veloci rispetto a quelle dei Palazzi Romani. L'eco si propaganda e sussurra che finora i soldi impiegati per i primi interventi delle opere pubbliche e quelle religiose sarebbero stati concessi dall'Unione Europea. Che siano davvero solo spifferi di voci? O l'eco trasmette le verità tenute riservate, nascoste? C'è una notizia che lascia aperta la porta del dubbio. Martedì prossimo è annunciata la visita dei membri della Commissione dell'Unione Europea. Arriveranno fin qui, nei centri nel triangolo di Lazio, Marche e Umbria. Sarà una verifica dello stato dei lavori finanziati con i soldi davvero versati dalle loro casse? I ben informati assicurano che si tratti proprio di una verifica contabile legata allo stato di avanzamento della ricostruzione pubblica. Gli inviati europei vorranno rendersi conto che in Italia i loro soldi sono stati impiegati per queste opere e non per altre. Così come è accaduto per la montagna di soldi arrivati con l'invio degli sms solidali. I soldi delle casse dello Stato italiano per la ricostruzione ci sono o no? La domanda è semplice. Tutti se lo chiedono ma nessuno sa dare delle risposte. «Lo abbiamo chiesto ai politici che sono venuti qui a turno a prendere la loro razione di applausi. Nessuno ha voluto dirci nulla, omertà completa senza nessun colore politico. Tutti sullo stesso piano del silenzio; neppure quelli che ora sono nel Palazzo e che hanno promesso il cambiamento» ci confida un Sindaco non più in carica ma ancora operativo sui social e nel cartello di un Comitato che sta lottando per non abbandonare questo territorio. Uno di quelli che non molla e che vuole continuare ad essere in prima linea per la sua terra e la sua gente. SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI

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