AFFARI DI FAMIGLIA
Cormano, licenziato dal padre uccide lui, la compagna e poi si spara
Ha deciso di farsi giustizia e poi di farla finita, dopo essere stato licenziato dal padre: ha impugnato un revolver, fatto irruzione negli uffici dove aveva lavorato e ha ucciso il padre e la compagna di lui. Poi si è ucciso ed è stato trovato così riverso in terra con ancora la pistola in mano. È accaduto a Cormano, grosso centro alle porte di Milano. Protagonista e vittima Maurizio Platini, 43 anni, che ha colpito a morte il padre Romano di 64 anni e la compagna di lui, Anita Salsi, di 54 anni, trovati cadaveri in due diversi uffici della Seri Cart in via Zara, azienda che si occupa di serigrafia e cartellonistica. A chiamare i soccorsi intorno alle 23 di ieri sera è stato l’altro figlio di Romano, 32enne. L’arma una calibro 3,57 Magnum, era regolarmente detenuta da Maurizio che era incensurato. Era appassionato di armi. Ad intervenire, i carabinieri di Sesto San Giovanni, guidati dal capitano Cosimo Vizzino. Maurizio Platini era stato ’messo alla portà da qualche giorno. Secondo quanto ricostruito è arrivato alla Seri Cart intorno alle 18,30 e ha aperto il fuoco colpendo subito il padre alla testa: l’uomo è stato trovato dietro la scrivania. Poi si è rivolto contro la donna, sparandole al collo e al petto prima di uscire nel corridoio e rivolgere l’arma verso se stesso, mirando alla testa. Il pm titolare delle indagini, Cristiana Roveda, ha posto sotto sequestro l’arma e ha disposto l’autopsia sui corpi anche se non sembrano esserci dubbi sull’accaduto. La piccola ditta, secondo quanto acquisito dalle prime indagini, non navigava in cattive acque, ma Romano Platani, originario di Reggio Emilia ma residente a Nova Milanese, in Brianza - aveva comunque deciso di dismetterla non lasciandola agli eredi. Anzi, fra i primi ad essere licenziati, proprio i figli, di 32 e 43 anni. Maurizio Platini era sposato ma non aveva figli: la moglie, insieme al cognato, si è recata ieri sera verso le 23 nello stabilimento, non avendo più risposte dai telefoni. Già dal vetro della porta, in cui si vedeva chiaro un foro causato dai proiettili, hanno intuito quello che era successo: quando il 32enne è salito si è trovato davanti la scena dei corpi a terra.