Morta la mamma di Massimo Bossetti
Il figlio è condannato per l'omicidio di Yara Gambirasio
Ester Arzuffi è morta. Classe 1947, la madre di Massimo Bossetti, condannato all'ergastolo in appello per la morte di Yara Gambirasio, si è spenta all'ospedale di Ponte San Pietro, in provincia di Bergamo, dove era ricoverata per un tumore. È rimasta sempre accanto al figlio, anche nelle 15 ore di attesa della sentenza che nel luglio scorso ha confermato la condanna del muratore di Mapello. Il ruolo di Ester Arzuffi è stato centrale nel caso che ha coinvolto il figlio. Yara, 13 anni, scompare il 26 novembre 2010 dopo essere uscita dalla palestra di Brembate di Sopra, centro di 8mila abitanti in provincia di Bergamo, dove quasi tutti i giorni fa allenamenti di ginnastica ritmica, a poche centinaia di metri da casa. Il suo corpo viene ritrovato solo tre mesi dopo, il 26 febbraio 2011, in un campo di Chignolo d'Isola (Bergamo). È sui vestiti di Yara che viene trovata la prova "regina", quella del Dna. Sui leggings e sugli slip della 13enne i carabinieri del Ris di Parma isolano una traccia biologica, che catalogano come "Ignoto 1". Inizia una ricerca senza precedenti, che durerà oltre tre anni. Gli investigatori confrontano il Dna di "Ignoto 1" con 18mila campioni genetici prelevati dagli abitanti dei comuni vicini, nell'Isola bergamasca. La svolta avviene quando viene individuato Pierpaolo Guerinoni. Il suo profilo genetico e quello del fratello sono molto simili a quello di "Ignoto 1", anche se non identici, circostanza che porta a pensare che il killer di Yara sia anche lui figlio dell'autista di autobus di Gorno, Giuseppe Guerinoni, morto nel 1999, ma non sia un figlio legittimo. Le indagini si concentrano sulle 53 donne con cui Giuseppe Guerinoni negli anni potrebbe aver avuto una relazione e portano a individuare Ester Arzuffi. A Massimo Giuseppe Bossetti si arriva il 15 giugno 2014, quando il carpentiere, fermato per un finto controllo stradale, viene sottoposto all'alcol test. Il campione di saliva prelevato in quell'occasione corrisponde perfettamente, secondo l'accusa, con quello trovato sui vestiti di Yara. Bossetti viene arrestato nel cantiere in cui lavora e solo nella caserma dei carabinieri scopre di non essere figlio di Giovanni Bossetti, che fino a quel giorno considerava suo padre. Il muratore ha sempre negato che il Dna fosse il suo e i suoi legali hanno a più riprese chiesto nuovi accertamenti. Bossetti ha continuato a proclamarsi innocente. Yara «poteva essere mia figlia, la figlia di tutti noi. Neppure un animale avrebbe usato così tanta crudeltà», ha detto fino all'ultimo in aula. Accanto a lui la madre Ester, sempre convinta dell'innocenza del figlio.