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Condanne a raffica per la trattativa che non c'è mai stata

Verdetti pesanti e assurdi per quasi tutti gli imputati: 12 anni per i Ros Mori, Subranni e per il medico di Riina; 8 a De Donno

Luca Rocca
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Li hanno condannati senza uno straccio di prova, senza dimostrare quando, come e perché avrebbero "trattato" con la mafia e "minacciato" il governo; li hanno condannati nonostante l'assoluzione prima dell'ex ministro Calogero Mannino nell'abbreviato e ora dell'exministro Nicola Mancino dall'accusa di falsa testimonianza, dunque senza capire quale politico avrebbe dato agli ufficiali del Ros l'input per andare a "trattare". Eppure li hanno condannati quasi tutti: Mario Mori, Antonio Subranni e Giuseppe De Donno, e con loro l'ex senatore Marcello Dell'Utri e i boss Leoluca Bagarella e Antonino Cinà (prescritto Giovanni Brusca); hanno assolto il teste e imputato Massimo Ciancimino dall'accusa di concorso esterno, condannandolo per la calunnia all'ex Capo della polizia Gianni De Gennaro. Questo il quadro, dunque, in un processo che si prefiggeva di fare luce su quelle che i pm ritengono essere le zone d'ombra degli anni a cavallo fra la Prima e la Seconda Repubblica. È finita così, per il momento, ma non doveva finire così... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI

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