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Bardonecchia, la Procura indaga sul blitz della polizia francese

Silvia Sfregola
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Sulla vicenda di Bardonecchia la Procura di Torino vuole vederci chiaro e apre un fascicolo sui controlli effettuati venerdì da agenti delle dogane francesi in un locale gestito da una ong che ospita migranti. L'inchiesta è per ora a carico di ignoti perché la procura non conosce le generalità degli agenti francesi, e i reati ipotizzati sono abuso d'ufficio, violenza privata aggravata e violazione di domicilio aggravata. Gli inquirenti valuteranno la sussistenza degli estremi per l'iscrizione anche del reato di perquisizione illegale, e sono stati già disposti accertamenti, acquisizioni di documenti ed audizioni di testimoni. Intanto il ministro francese dei Conti pubblici Gérald Darmanin, responsabile per le dogane, ribadisce che non ci sono state irregolarità ma aggiunge: "L'Italia è una nazione sorella. Mi recherò lì nei prossimi giorni per discutere con le autorità italiane dell'incidente alla stazione di Bardonecchia. Nell'attesa ho chiesto alla dogana francese di sospendere i controlli". Il locale dove sono avvenuti i controlli, da dicembre scorso è usato dalla ong Rainbow4Africa per accogliere i migranti in transito verso la Francia, ed è stata proprio la ong a denunciare "l'irruzione" dei doganieri francesi. Ieri la Farnesina ha convocato l'ambasciatore francese a Roma Christian Masset, denunciando "un atto grave" e "totalmente fuori dal quadro della collaborazione fra Stati frontalieri". Il ministro francese Darmanin ha dichiarato che il controllo, "precisamente un test delle urine per vedere se (l'uomo ndr.) avesse droga in corpo", è stato effettuato "in un locale messo a disposizione nell'ambito di un accordo franco-italiano". "È vero che risale a un po' di tempo fa, ma esiste", ha affermato. Ieri, in una nota, lo stesso Darmanin aveva affermato che il locale era "a disposizione della dogana francese in applicazione degli accordi del 1990 del Bureau à contrôles nationaux juxtaposés (BCNJ).

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