IL CASO
"Nelle carceri agenti come torturatori", la polizia contro i libri nelle scuole medie
Dura protesta del Sindacato autonomo Polizia penitenziaria Sappe, che chiede ai Ministri della Giustizia e dell’Istruzione di sospendere l’adozione di un libro per le classi terze delle scuole medie edito dal Gruppo editoriale Raffaello di Monte San Vito, in provincia di Ancona. «Nel capitolo "Le carceri non sono tutte uguali" del libro scolastico "Esercitazioni per le prove Invalsi di italiano-Terza media" di Giovanna Dolcini, edito dal Gruppo editoriale Raffaello, viene fornita una rappresentazione offensiva del carcere e del personale di Polizia Penitenziaria che disinforma, anziché informare, i docenti ed alunni di terza media - spiega in una nota Donato Capece, segretario generale del Sappe - Viene infatti scritto che "il più rilevante elemento di differenziazione tra un carcere e l’altro resta tuttavia un elemento illecito, non previsto da qualsivoglia regolamento. Si tratta dell’uso della violenza da parte dei poliziotti penitenziari, che purtroppo in alcuni istituti viene riscontrata". È inaccettabile che si permetta che così vengano rappresentati l’istituzione ed il Corpo di Polizia penitenziaria su un libro di scuola di terza media! Per questo abbiamo chiesto di ritirare quel libro che disinforma sulla realtà penitenziaria». «Queste valutazioni grossolane fanno male a coloro che il carcere lo vivono quotidianamente nella prima linea delle sezioni detentive - denuncia Capece - come le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria che svolgono quotidianamente il servizio con professionalità, zelo, abnegazione e soprattutto umanità in un contesto assai complicato per l’esasperante sovraffollamento, donne e uomini che negli ultimi 20 anni hanno sventato, nelle carceri del Paese, più di 18mila tentati suicidi ed impedito che quasi 133mila atti di autolesionismo potessero avere nefaste conseguenze». Per questo, il Sappe ha ufficialmente chiesto al Capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, Santi Consolo, ai vertici del Gruppo editoriale Raffaello che ha pubblicato il libro ed ai ministri della Giustizia e dell’Istruzione «ogni utile intervento teso a ristabilire l’onorabilità del Corpo di Polizia penitenziaria e dei suoi appartenenti».