DOPO LA CATASTROFE
Rigopiano, il no al risarcimento per Matrone una beffa per vittime e sopravvissuti
"La posizione in oggetto verrà archiviata. E senza seguito". Si è sentito rispondere questo, Giampaolo Matrone, uno dei sopravvissuti alla catastrofe di Rigopiano - che ha registrato 29 vittime tra dipendenti e ospiti dell’hotel travolto dalla neve, tra cui sua moglie Valentina - dalla QBE, compagnia di assicurazione della Provincia di Pescara. La società Studio 3A, che tutela i cittadini, assiste il 35enne pasticciere di Monterotondo rimasto sepolto per 62 ore e uscito vivo per miracolo ma con traumi pesantissimi: ha praticamente perduto l’uso della mano destra, senza contare i problemi alla gamba sinistra. Non appena l’inchiesta della Procura di Pescara ha evidenziato le pesanti responsabilità in capo agli Enti pubblici preposti, con il conseguente fiume di avvisi di garanzia, finora 24 - dalla mancata prevenzione del rischio valanghe, alla sottovalutazione dell’allarme, fino al colpevole ritardo dei soccorsi - Studio 3A li ha contattati tutti, chiedendo le coperture assicurative per ottenere un congruo risarcimento per il proprio assistito, per la figlioletta Gaia, che ha perso la mamma e si trova un papà invalido, costretto a costose sedute di fisioterapia per cercare di recuperare un pò di funzionalità della mano destra, senza la quale non può più svolgere il proprio lavoro. L’hotel - spiega lo Studio 3A - non ha neanche risposto, il Comune di Farindola ha indicato la propria assicurazione, che però ha preso tempo perché il procedimento penale è ancora in corso. La stessa posizione assunta dall’ufficio legale della Regione Abruzzo, che peraltro non ha fornito il nome della propria assicurazione. La Provincia di Pescara ha invece comunicato la sua compagnia assicurativa, l’inglese QBE. Peccato però che quest’ultima, dopo una lunga attesa, abbia inviato a Studio 3A questa risposta: "Non potremo dare seguito al caso denunciato in quanto l’evento non trova copertura nella polizza per la Responsabilità Civile verso Terzi sottoscritta (dalla Provincia, ndr). L’articolo 7, infatti esclude espressamente i danni derivanti da calamità naturali". Una chiusura che varrà dunque anche per i familiari di tutti gli altri morti. Parole e motivazioni sconcertanti, così come l’amara scoperta del massimale ridicolo della polizza in questione, appena sei milioni di euro, insufficienti a fare fronte ai danni immani della tragedia.