CASO REGENI E G8

Il pm che accusa la polizia di torture. Gabrielli: "Parole oltraggiose"

Dario Martini

Sono "oltraggiose le parole di chi non più tardi di ieri ha detto che ai vertici della Polizia ci sono dei torturatori". È il Capo della Polizia, Franco Gabrielli, intervenuto ad Agrigento ad una cerimonia in ricordo di Beppe Montana e delle altre vittime della mafia, a fare riferimento diretto alle parole del sostituto procuratore della Corte di appello di Genova, Enrico Zucca, sul caso Regeni. "Noi - osserva Gabrielli - facciamo i conti con la nostra storia ogni giorno. Noi sappiamo riconoscere i nostri errori, noi, al contrario di altri, sappiamo pesare i comportamenti. Ma, al contrario di altri, ogni giorno i nostri uomini e le nostre donne su tutto il territorio nazionale garantiscono la serenità, la sicurezza e la tranquillità. E in nome di chi ha dato il sangue, di chi ha dato la vita, chiediamo rispetto. Gli arditi parallelismi e le infamanti accuse - aggiunge il capo della Polizia - qualificano soltanto chi li proferisce". Il pm Zucca aveva ieri aveva detto: "I torturatori del G8 ai vertici della nostra polizia. Come possiamo chiedere quelli dell’Egitto?". Oggi, dopo la risposta di Gabrielli, ha spiegato di nuovo il suo pensiero: "I torturatori e chi ha coperto i torturatori sono sfumature diverse. Non vanno stravolte parole e messaggi",  ha detto commentando le parole che aveva pronunciato ad un convegno sul diritto internazionale organizzato a Genova alla presenza dei genitori di Giulio Regeni. "La frase riportata è imprecisa, estrapolata da un contesto più ampio. Parlo con la parola dei giudici, di più non so cosa fare" ha spiegato - La rimozione del funzionario condannato è un obbligo convenzionale, non una scelta politica e queste cose le ho dette e scritte anche in passato". Il messaggio di ieri, ha aggiunto, è che "se non abbiamo gli strumenti adeguati, l’effetto deterrente non si ha e, quindi, si aprono le porte ad altri episodi. Il Governo deve spiegare perché ha tenuto ai vertici operativi dei condannati. Fa parte dell’esecuzione di una sentenza. Noi violiamo le convenzioni - ha concluso Zucca - è difficile farle rispettare ai Paesi non democratici". Il Csm ha avviato accertamenti sulle parole di Zucca. Il vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura, Giovanni Legnini,  ha commentato: "È stata una dichiarazione impegnativa, a mio parere con qualche parola inappropriata. Esprimo stima e fiducia ai vertici della Polizia".