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"Omicidio Pamela, Oseghale ha confessato". Ma il pm smentisce

Pamela Mastropietro

Restano in carcere gli altri due nigeriani. Respinta la richiesta di scarcerazione

Maria Grazia Coletti
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Nessuna confessione di Innocent Oseghale di aver ucciso Pamela Mastropietro. La notizia che il nigeriano detenuto per vilipendio e occultamento del cadavere della 18enne romana uccisa il 30 gennaio a Macerata abbia confessato di essere stato autore del delitto, e per giunta il solo autore, «è destituita di ogni fondamento». A dirlo è il procuratore capo di Macerata, Giovanni Giorgio, dopo che in mattinata si erano diffuse voci su tale presunta rivelazione del nigeriano nel carcere di Marino del Tronto (Ascoli Piceno), fatta alla sua compagna, con cui ha avuto una figlia e che vive in una comunità. Rivelazioni che avrebbe fatto nel corso di un incontro nella sala colloqui del supercarcere ascolano. «Smentisco che Oseghale abbia confessato l'omicidio alla compagna», ha fatto sapere il procuratore Giorgio. Secondo le indiscrezioni, Oseghale si sarebbe attribuito la responsabilità come unico autore del delitto, versione peraltro completamente opposta a quella finora data ai carabinieri del reparto operativo e del Comando provinciale di Macerata, e cioè che la ragazza salita con lui nell'appartamento di via Spalato 124 si sarebbe sentita male. Nient'altro: nè su come sarebbe morta nè su come il corpo di Pamela sarebbe stato fatto a pezzi e quindi rinchiuso in due trolley, nè l'ammissione di essere stato lui a trasferire con un taxi abusivo condotto da un'altra persona quelle due valigie e abbandonarle in una strada di provincia, a Pollenza, sempre nel Maceratese. Stamattina invece il diffondersi di queste altre voci circa una presunta confessione di Oseghale, e la successiva smentita da parte del procuratore capo di Macerata. In carcere - a Montacuto di Ancona - per concorso in omicidio volontario, vilipendio occultamento di cadavere ci sono altri due nigeriani, Lucky Desmond e Lucky Awelima, ai quali stamane il tribunale del Riesame ha respinto il ricorso presentato per ottenere la scarcerazione, confermando quindi in pieno l'ipotesi accusatoria a cui sono arrivati finora carabinieri e Procura.

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