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Torino, bombe carta con chiodi negli scontri con le forze dell'ordine

Minniti chiede di abbassare i toni: "Momento cruciale per la democrazia"

Carlo Antini
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Gli scontri di ieri nel centro di Torino durante la manifestazione antifascista si portano dietro uno strascico di polemiche, di danni e di feriti. La polizia riferisce che le bombe carta lanciate dai manifestanti del corteo antifascista erano imbottite di chiodi, schegge, vetro e biglie. Il gruppo "noi poliziotti per sempre" diffonde su Facebook una foto che mostra un agente con un gluteo ferito da una scheggia. «Ecco i danni fisici che gli antifasciti hanno provocato ieri a Torino», si legge nel commento, in cui si definiscono gli scontri un «atto terroristico». Il ministro dell'Interno, Marco Minniti, chiede di abbassare i toni e fa appello a un'assunzione di responsabilità. «Questo momento è il cuore della democrazia», afferma a pochi giorni dal voto delle Politiche. Ma anche la sindaca Chiara Appendino s'infuria: «Lanciare bombe carta contenenti schegge metalliche è un gesto criminale», dice, auspicando che i responsabili di «un gesto tanto vile» siano individuati al più presto e consegnati alla giustizia. «Fatti di tale gravità non devono più ripetersi», aggiunge, ricordando che Torino è una città medaglia d'oro alla Resistenza, «non violenta» e «tale deve restare». Ieri in corteo c'erano diverse centinaia di persone, con gli esponenti dei centri sociali e del movimento No Tav, in protesta contro un appuntamento elettorale del leader di CasaPound, Simone Di Stefano, all'hotel Nh di corso Vittorio Emanuele, nel cuore della città. Gli attivisti hanno tentato più volte di sfondare il cordone di sicurezza per avvicinarsi alla sede del comizio, ma sono stati respinti con una carica e gli idranti. La situazione è degenerata nei pressi della stazione di Porta Susa, con lanci di pietre, bottiglie di vetro e le bombe carta con chiodi e schegge. Nello scontro sono rimasti feriti quattro agenti. Alcuni manifestanti sono stati bloccati, la loro posizione è al vaglio.

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