teppisti a piacenza
Carabiniere aggredito dagli antifascisti: «Eravamo 10 contro 400 con i bastoni»
«È stata una mattanza. Eravamo in 10, dietro di noi 400 ragazzi coi volti coperti e i bastoni. C’hanno buttato al massacro e tante care cose». Il collega di Luca B., brigadiere capo in servizio al Reggimento di Bologna, è arrabbiato. «Amareggiato», precisa lui. Ha un anno in più del carabiniere diventato suo malgrado famoso per essere la vittima degli scontri a Piacenza. Lui, che a 48 anni veste con onore la divisa del Reparto Mobile con un’esperienza di oltre 20 anni nell’Arma, ha avuto solo una colpa: inciampare e consegnarsi alla furia degli antifascisti in corteo. Dei «pacifisti» coi bastoni e i passamontagna che spaccavano gli scudi dei carabinieri, per raggiungere i «nemici» di Casapound che sfilavano in contemporanea. Adesso quest’uomo grande e grosso, con la faccia buona e la tempra di uno che non si spaventa facilmente, è «accerchiato» solo dalla gente che gli vuole bene. «Non c’è un punto che non gli faccia male», spiega un’amica. E a rivedere le immagini degli scontri non si fatica a crederlo. Luca sta correndo per raggiungere i suoi colleghi poco più avanti, una mano lo spinge a terra mentre le bestie alle sue spalle lo sormontano colpendolo a calci, a pugni. «Hai preso pietre pure tu? - gli chiede un altro mentre si regge il casco - Pure io, al piede. Non si fa così». Qualcuno da dietro lo solleva appena dai sampietrini, ma solo per assestargli nuovi colpi, mentre un altro gli sbatte addosso lo scudo. Si tratterebbe di uno steward del Lodi calcio, identificato ieri sera insieme ad altri tre di Torino. Hanno fumogeni, spranghe, lanciano pietre e si coprono come... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI