il delitto di macerata
"Pamela Mastropietro mutilata con orrore. Molti organi non si trovano più"
Non solo Innocent Oseghale. Per la Procura di Macerata c’è un altro nigeriano responsabile dell’atroce assassinio di Pamela Mastropietro. È stato lo stesso ventinoven- ne già in carcere a tirarlo in ballo durante il suo primo interrogatorio dopo il fermo di mercoledì, quando ha riferito ai carabinieri che la mattina precedente, martedì 30 gennaio, la diciottenne romana lo aveva avvicinato chiedendogli se conoscesse qualcuno che aveva eroina. A quel punto Oseghale racconta di aver chiamato col proprio cellulare un connazionale con il quale la ragazza si sarebbe poi incontrata allo stadio dei Pini per ricevere una dose. Sempre secondo la versione del nigeriano arrestato si sarebbero avviati tutti e tre verso la sua abitazione e durante il tragitto la ragazza avrebbe acquistato una siringa. Qui, però, la ricostruzione arriva a un bivio. Mercoledì sera, davanti ai militari, Osegha- le dice che Pamela e il connazionale si erano avviati da soli verso la mansarda di via Spalato dopo l’acquisto della siringa in farmacia, mentre lui si era allontanato per consegnaree della droga. «Alle 14 l’ho chiamato ma aveva il cellulare spento - racconta -. Ho aspettato in giardino fino a quando si è fatto buio. Quando mi ha rispo- sto al telefono mi ha detto che aveva lascia- to le chiavi nella cassetta della posta. Ma io sono rimasto in giro fino all’indomani mattina senza rientrare a casa». Riascoltato la seconda volta davanti al pm, Oseghale corregge il tiro, spiegando di essere salito anche lui a casa insieme al connazionale e a Pamela e di aver visto quest’ultima iniet- tarsi la droga, sentirsi male, tremare e cadere a terra. «A quel punto mi sono spaventato e sono fuggito di casa», ha aggiunto, negando di averla fatta a pezzi e gettato il cadavere. Da quel momento s’è chiuso nel più assoluto silenzio. Uno scempio che non si riserva nemmeno alle bestie. Il corpo di Pamela è stato «deturpato completamente», «smembrato in vari pezzi con grossi strumenti da taglio», «mutilato». in più punti: testa, torace, mammelle, bacino, monte di venere, mani, riducendo in due parti braccia e gambe Dopo essere stati completamente dissanguati e lavati con «sostanza a base di cloro», sono stati infilati in due valige. Secondo l’accusa sostenuta dal pm Stefania Ciccioli della Procura di Macerata, guidata da Giovanni Giorgio, sarebbe il nigeriano di 29 anni Innocent Oseghale, in concorso con un altro suo connazionale (identificato, ma non ancora arrestato), l’autore di questa atrocità. Un’operazione da chirurgo dell’orrore che si è spinta fino al punto di asportare organi e porzioni di tessuti, e che lascia ancora aperti tanti interrogativi. Il collo della vittima non è stato infatti ritrovato nei due trolley, così come pare manchino all’appello anche parte degli organi genitali. PAMELA «DEPEZZATA» PER SBARAZZARSI DI LEI «La presenza in compagnia di Pamela Mastropietro poco prima della sua morte, le tracce ematiche rinvenute nell’appartamento di Innocent Oseghale, la disponibilità del corpo depezzato e contenuto nelle valige, nonché l’assenza di ogni spiegazione alternativa», secondo il... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI