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Delitto Pamela Mastropietro, il nigeriano resta in carcere ma non per omicidio

Il fermo convalidato per occultamento e vilipendio di cadavere

Silvia Sfregola
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"Pamela ha avuto una crisi, è andata in overdose. Non sapevo cosa fare, sono scappato". È quanto avrebbe sostenuto, secondo quanto si apprende da fonti della Procura di Macerata, Innocent Oseghale, il nigeriano finito in carcere per la morte di Pamela Mastropietro, la ragazza romana fatta a pezzi e chiusa in due trolley abbandonati nella campagna di Macerata. Il 28enne nigeriano resta in carcere ma solo per le accuse di occultamento e vilipendio di cadavere. Il gip di Macerata Giovanni Maria Manzoni ha convalidato il fermo per Oseghale ma non ha ritenuto esserci gravi elementi indiziari rispetto all'accusa di omicidio, per cui comunque resta indagato. Si attendono, intanto, gli esiti degli esami tossicologici visto che al momento i primi responsi arrivati dall'autopsia non hanno dato un'indicazione chiara e univoca sulla morte della 18enne romana. Sull'omicidio della ragazza, intanto, ci sarebbe un altro indagato.

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