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Chi è Luca Traini, l'uomo che ha sparato a Macerata

Davide Di Santo
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Ha un passato da candidato con la Lega Nord al consiglio comunale di Corridonia, comune del maceratese, alle elezioni amministrative del 2017, Luca Traini, l'italiano 28enne fermato a Macerata, dopo che a bordo della sua auto ha sparato contro i passanti ferendo sei persone di origine straniera, seminando il terrore nel comune marchigiano. Corridonia, dove il 28enne fu candidato alle comunali, è la città dove si trova la comunità "Pars", da cui è scomparsa Pamela Mastropietro, la 18enne romana trovata a pezzi nel Maceratese. Alto un metro e ottanta, testa rasata, è stato trovato con una pistola e al momento del fermo, avvolto in una bandiera tricolore, ha fatto il saluto fascista. E su Facebook nelle foto appare tatuato con un simbolo utilizzato anche da formazioni di stampo neofascista. Sulla tempia ha tatuata una runa Wolfsangel, altrimenti detta "dente di lupo", antico simbolo germanico utilizzato agli albori del nazismo e oggi da gruppi neonazisti. In Italia una runa Wolfsangel era alla base del simbolo di Terza Posizione. Traini è incensurato. "Ha frequentato la nostra sede per un po' di tempo e non aveva mai manifestato opinioni razziste. Si è comportato correttamente dal primo all'ultimo giorno che lo abbiamo visto", ha detto Maria Letizia Marino, segretaria Lega della provincia di Macerata, intervistata a Radio Capital, su Traini. Alle amministrative 2017, candidato al consiglio comunale di Corridonia, aveva preso zero voti. Chi lo conosce parla di una progressiva radicalizzazione e di tanto tempo passato in palestra. Gli amici dicono che fosse stato allontanato dalla madre recentemente mentre il padre lo aveva abbandonato da piccolo. Aveva da tempo la pistola, regolarmente denunciata. La stessa Glock usata per ferire gli immigrati a Macerata. Era stato anche in cura da uno psichiatra e faceva lavori saltuari: buttafuori, vigilante, manovale, e viveva con la nonna a Tolentino. "Scherzavamo sul fatto che 'non aveva ricevuto neanche un voto'. Frequentava anche gli ambienti di estrema destra. E' stato trascinato, per lui erano come una famiglia, quella che non ha mai avuto. E' peggiorato molto dopo che l'ha lasciato la fidanzata. Ma non è cattivo, dentro è un buono", racconta  Francesco Clerico, proprietario della palestra Robbys di Macerata e Tolentino, frequentata da Luca fino all'ottobre scorso. "Lo conosco da oltre 10 anni, l'ho visto crescere, era anche al mio matrimonio. In palestra era un cliente, non ha mai lavorato con noi. L'abbiamo dovuto mandare via, è stato cacciato proprio per quello che diceva, perché faceva il saluto romano, mi è dispiaciuto. Avrei voluto dargli una mano perché era senza famiglia. Il padre l'ha lasciato quando era piccolo, la madre era malata, viveva con la nonna". Da quello che racconta pare fosse anche seguito da un medico."Credo fosse in cura, da uno psichiatra, penso o forse da uno psicologo, diceva che lo avevano definito borderline. L'assurdo è che da noi in palestra aveva amici di tutte le parti del mondo, anche extracomunitari, ragazzi di colore. Rideva e scherzava con tutti". La cittadina di 15mila abitanti è la stessa, dove si trova la comunità di recupero 'Pars', da cui è scomparsa Pamela Mastropietro, poi, ritrovata cadavere in due trolley e per cui è stato fermato uno spacciatore nigeriano. "Non credo la conoscesse, ma consideri che non lo vedevo da ottobre, appunto", conclude.

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