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Americana uccisa a calci e pugni a Firenze, chiesto l'ergastolo per il senegalese

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La difesa ha chiesto l'assoluzione per Cheik Diaw. La giovane trovata morta nella sua casa un anno fa

Maria Grazia Coletti
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Rischia l'ergastolo il senegalese che un anno fa uccise la giovane americana a Firenze, ammazzata a calci e pugni durante una lite in casa. La massima pena è stata infatti chiesta dal sostituto procuratore generale, Nicola Miraglia, nei confronti del senegalese Cheik Diaw, già condannato in primo grado a 30 anni per l'omicidio dell'americana Ashley Olsen, trovata morta l'8 gennaio 2016 nella sua casa di Firenze, in via Santa Monaca, nel quartiere di Santo Spirito. Per Miraglia, che ha confermato nella sua requisitoria tutte le accuse mosse nei confronti del senegalese dalla procura di Firenze, va riconosciuta l'aggravante della crudeltà. Secondo l'accusa, Ashley venne uccisa nel monolocale in affitto in via Santa Monaca, di prima mattina, al culmine di una lite con Cheik, il giovane senegalese con cui aveva passato la nottata. ERA UNA FURIA La ragazza venne presa a pugni e calci, la sua testa venne sbattuta due volte contro il muro. Quindi, fu strozzata a mani nude. Hanno chiesto la condanna di Cheik Diaw anche le parti civili, in rappresentanza della famiglia Olsen. In aula oggi è presente il padre della ragazza, professor Walter Olsen. La difesa ha chiesto l'assoluzione, evidenziando molte anomalie e chiedendo anche di ridefinire l'orario presunto di morte sulla base dei riscontri scientifici sul cadavere e nell'ambiente domestico. La Corte d'assise d'appello si è ritirata in camera di consiglio per emettere la sentenza.

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