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Amatrice sotto la neve. E nelle casette si muore di freddo

Silvia Mancinelli
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“La neve piace ai bambini, a chi è in settimana bianca, o al sicuro in una casa calda. A noi no. Noi non ne possiamo più”. Mancano due giorni alla fine di un anno difficile per Amatrice, il secondo dal terremoto che l'ha rasa al suolo e forse nemmeno l'ultimo trascorso in emergenza abitativa. Nella “Città degli italiani”, come è stata ribattezzata, ogni cosa è imbiancata: le macerie, i tetti crollati sulle pareti di sassi, il parco Minozzi, i container e i camper dove qualcuno ancora aspetta una soluzione migliore, le casette. Se sono ancora 64 quelle da consegnare e delle 466 già abitate molte hanno problemi seri. Dalla coibentazione insufficiente del vano caldaia, che ha provocato in diversi casi la spaccatura dei tubi soprattutto in concomitanza con l'interruzione del servizio elettrico, fino al congelamento delle tubature (specialmente nelle SAE esposte a nord e quindi meno esposte al sole) e del liquido di riempimento erroneamente lasciato nei serbatoi del gas.  Oltre al danno di aver perso per sempre la propria casa, quindi, anche la beffa di vedersene consegnata una - spesso in ritardo - con malfunzionamenti che la rendono invivibile. Quotidiane le segnalazioni al centro operativo comunale di Amatrice da parte dei residenti sfiancati dai guasti e da risposte tardive in termini di interventi.  Le lettere inviate dal Sindaco Sergio Pirozzi alla Regione Lazio, al Soggetto Attuatore Sisma 2016, alla Protezione Civile, al CNS e alla Prefettura sono andate via via accumulandosi: l'ultima è stata spedita proprio il 23 dicembre scorso, per chiedere l'immediata creazione di uno sportello operativo ad Amatrice in grado di smistare i problemi che via via emergono alla Regione Lazio o al CNS e di avviare una pronta risoluzione tecnica “anche parziale o temporanea, purché affidabile - si legge nel documento firmato da Pirozzi -, ove una soluzione definitiva richieda maggior tempo”.  D'altronde, come è risaputo, ad Amatrice fa freddo. Lo scorso anno la temperatura scese a -18 gradi. “La rigidezza del clima invernale è ben nota e prevedibile. Il Comune ha da tempo sottolineato, sia durante numerosi incontri e colloqui avuti con gli Enti responsabili della realizzazione delle SAE, sia mediante note formali, i propri timori relativamente alla tenuta termica e fisica (delle casette) di fronte ai rigori invernali, sempre ottenendo rassicurazioni. I fatti cominciano però a dimostrare la fondatezza di quei timori, almeno relativamente ad alcune aree SAE”. Intanto, partiranno i 2 gennaio - come annunciato dallo stesso primo cittadino amatriciano sulla propria pagina Facebook - dei sopralluoghi presso tutte le casette affinché non ci siano più inconvenienti di alcun tipo. “Su questo sarò attento e inflessibile - ha sottolineato Pirozzi -, perché per me e per la mia comunità è vita”. 

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