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Omicidio La Rosa, Andrea sgozzato dopo aver prestato 38mila euro

La vittima, l'ex calciatore Andrea La Rosa

Disposto il fermo per i debitori dell'ex calciatore. Volevano scioglierlo nell'acido

Daniela Cursi
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Ha prestato dei soldi e per questo ha trovato la morte. L'ex calciatore di serie C e neo direttore sportivo del Brugherio calcio (Monza), Andrea La Rosa, 35 anni, scomparso il 14 novembre scorso, è stato prima sgozzato, poi sciolto nell'acido senza successo. A provarci, i suoi debitori che non avevano alcuna intenzione di restituirgli il denaro generosamente prestato: 38mila euro. L'accusa di omicidio e soppressione di cadavere pende su Antonietta Biancaniello, 59 anni, e suo figlio Raffaele Rullo, 35. I due avrebbero voluto sciogliere nell'acido il cadavere Andrea La Rosa. Dopo un primo tentativo effettuato in cantina, hanno optato per il piano B: disfarsi del corpo. Questo è quanto ipotizza la Procura Milanese. La Biancaniello è stata fermata sulla Milano-Meda (in prossimità del comune di Varedo) mentre portava in auto un bidone di metallo con dentro il cadavere dell'ex calciatore. In prossimità di Seveso, invece, dove Raffaele Rullo ha un garage, sono stati sequestrati 24 litri di acido. Sembra che Raffaele Rullo abbia condotto delle ricerche su internet dal suo ufficio sulle modalità con cui il boss mafioso Giovanni Brusca sciolse nell'acido il piccolo Giuseppe Di Matteo, ucciso l'11 novembre del 1996 dopo essere stato rapito e tenuto prigioniero per 25 mesi. Emergono dalle indagini altri particolari inquietanti, come le fiale di anestetico ritrovate dagli inquirenti, presumibilmente acquistate da madre e figlio per addormentare La Rosa, e l'acquisto di una motosega, con ogni probabilità utile per tagliare a pezzi il cadavere. Che lo scopo fosse quello di ottimizzare lo scioglimento nell'acido o occultare meglio il cadavere, poco importa.

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