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Arrestato Dionisi, lo zingaro di Suburra. Ai poliziotti: "Vi sgozzo. Mica sono Alvaro Vitali"

Adamo Dionisi sul set di Suburra

L'ex ultrà passato al cinema sarà processato per lesioni, minacce e resistenza a pubblico ufficiale

Davide Di Santo
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La Questura di Viterbo ha diffuso i dettagli dell'arresto di Adamo Dionisi, l'ex capo ultrà degli Irriducibili della Lazio diventato un attore di grande successo dopo un periodo passato in carcere per droga. Celebre per il ruolo di Manfredi Anacleti, sanguinario capo  degli "zingari" di Suburra (film e serie tv) ispirati al clan dei Casamonica, Dionisi ha usato un linguaggio da boss anche con i poliziotti chiamati per fermare la furia dell'uomo in un hotel della Tuscia. "Arrestatemi, stasera vi ammazzo a tutti, vi sgozzo a voi e ai vostri figli. Maledetti... sono l'attore più pagato del mondo... vi rovino...", le parole dell'attore riportate dalla questura in una nota. L'attore avrebbe anche detto, riportano media locali: "Ripagherò tutto perché so 'n signore, mica ve sete bevuti Alvaro Vitali". Secondo gli agenti l'uomo era profondamente alterato e aveva già minacciato ed aggredito il personale di servizio e la propria compagna, una quarantenne romana. Secondo quanto ricostruito dai poliziotti l'attore "aveva saputo che la propria donna con la quale aveva una burrascosa relazione sentimentale aveva cambiato la camera d'albergo. Raggiunta la stanza della compagna e abbattuta la porta l'aveva pesantemente percossa afferrandola per i capelli, trascinandola lungo il pavimento, procurandole lesioni per le quali si era poi rivolta al locale Pronto Soccorso dell'Ospedale Belcolle", si legge nella nota della Questura.  Danneggiata anche l'auto della donna la quale ha dichiarato che Dionisi l'avrebbe indotta, nei tre giorni precedenti, a chiudersi in casa per sfuggire alle minacce di uccidere lei e i suoi famigliari. Così l'ex Irriducibile è stato tratto in arresto per resistenza e oltraggio a Pubblico ufficiale, lesioni dolose, minacce, rifiuto di indicazione sulle propria identità. In sede di rito direttissimo veniva convalidato l'arresto, disposta la scarcerazione  e fissata altra data di udienza. L'uomo è stato infine destinatario di foglio di via obbligatorio emesso dal questore di Viterbo  con divieto di far ritorno nel comune laziale per un periodo di tre anni. 

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