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Morì a Maiorca volando dal balcone. "Fuggiva dallo stupro", a processo due amici

La studentessa genovese cadde dal sesto piano dell'hotel Sant'Ana il 3 agosto 2011

Davide Di Santo
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Saranno processati Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi, entrambi di 26 anni di Castiglion Fibocchi (Arezzo), accusati di morte in conseguenza di un altro reato nella vicenda di Martina Rossi, la studentessa genovese ventenne volata giù dal sesto piano dell'hotel Sant'Ana di Palma di Maiorca il 3 agosto 2011. Secondo l'accusa stava fuggendo da un tentativo di stupro. La tesi del suicidio Il rinvio a giudizio dei due giovani lo ha deciso oggi pomeriggio il gup del tribunale di Arezzo Piergiorgio Ponticelli dopo alcune ore di camera di consiglio, accogliendo le richieste della procura aretina e dei legali di parte civile. L'udienza è iniziata alle 13 con le repliche degli avvocati difensori Stefano Buricchi, legale di Vanneschi, e Tiberio Baroni, per Albertoni. Per le difese dei due giovani di Castiglion Fibocchi la morte di Martina Rossi era stata un suicidio, e per questo avevano chiesto l'archiviazione. Martina scappava dai suoi amici Opposta la tesi del procuratore Roberto Rossi e dei legali di parte civile Stefano Savi e Luca Fanfani, che nei loro interventi, martedì scorso, avevano sostenuto che Martina morì mentre cercava di scavalcare da un balcone all'altro per sfuggire alle moleste attenzioni di Alessandro e Luca. Secondo il procuratore di Arezzo, la ventenne genovese, proprio mentre scavalcava il balcone per fuggire, perse la presa sulla ringhiera e precipitò con un urlo che in tanti dentro l'hotel Santa Ana di Cala Mayor avrebbero sentito. Al termine dell'udienza i genitori di Martina Rossi, che erano presenti, sono apparsi finalmente soddisfatti del fatto che quanto da loro sostenuto fin dal primo giorno possa tradursi in un processo. Bruno Rossi, padre della giovane genovese, infatti, ha sempre ripetuto che mai e poi mai la figlia si sarebbe suicidata.

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