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Automobilisti sempre più sorvegliati speciali

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Tutti contro il nuovo sistema di trasporto C-Its

Augusto Parboni
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Non bastavano le numerosissime telecamere che seguono in ogni luogo gli automobilisti. Da quelle del sistema tutor per il controllo della velocità sulle autostrade a quelle dei caselli, fino al telepass. Adesso chi si mette al volante deve sapere che la sua non è più una "passeggiata" in auto, ma un percorso controllato nel minimo dettaglio. A dare il via al nuovo modo di conoscere abitudini di guida e percorsi degli automobilisti è stata la commissione Ue, con il sistema di trasporto "intelligente" denominato C-Its, in base al quale nel 2019 le vetture in circolazione in Europa potranno "comunicare" tra loro e con le altre infrastrutture di trasporto, scambiandosi informazioni. Si tratta di una nuova tecnologia che è subito finita nel mirino delle autorità di protezione dei dati personali europee, che non hanno esitato a mettere dei paletti per garantire, appunto, la privacy di chi si mette al volante negli stati membri dell'Europa. Le stesse autorità, infatti, hanno approvato un parere, di cui il relatore è il garante per la privacy italiana, sul sistema C-Its. Molti i punti presi in considerazione e criticati. Innanzitutto, secondo i garanti Ue, questo monitoraggio permanente comporterebbe un acuto senso di disagio nelle persone. "Gli automobilisti non possono essere sottoposti a una sorveglianza continua e devono avere la possibilità di selezionare le opzioni che preferiscono, compresa quella di disattivare completamente il sistema". Ma a cosa serve il C-Its? Il progetto della Commissione europea è nato con l'obiettivo di migliorare la sicurezza stradale, l'efficienza del traffico, il comfort di guida e di ridurre le emissioni inquinanti, aiutando l'automobilista a prendere le decisioni più opportune al verificarsi di determinati eventi esterni (ingorghi, incidenti stradali, condizioni meteorologiche, lavori in corso). I garanti europei, però, pur riconoscendo la validità del progetto, sottolineano come la diffusione su vasta scala di questa nuova tecnologia, che comporterà la raccolta e l'elaborazione di quantità senza precedenti di dati (stile di guida, velocità, direzione, geolocalizzazione), ponga nuove sfide ai diritti fondamentali e alla riservatezza. Quindi nel loro parere hanno messo nero su bianco che è necessario l'adozione di una normativa a livello comunitario per evitare l'uso improprio del sistema. Questo, rendendo note informazioni sugli stili di guida o sulla localizzazione, può diventare un mondo appetibile per i produttori di automobili, per le compagnie di assicurazione e per le società di marketing per acquisire ulteriori dettagli sulla vita di un automobilista. Una delle soluzioni, proposta dai stessi garanti europei, per limitare l'invasione del sistema, sarebbe quella di permettere ai conducenti di poter spingere un bottone e disattivare completamente il sistema "intelligente".

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