Si calano con il lenzuolo. Due evasi catturati dopo tre ore a Barcellona Pozzo di Gotto
A 24 ore dall'evasione dei tre carcerati a Favignana
Ancora fughe dal carcere calandosi con il lenzuolo. A meno di 24 ore da quella di Favignana, un'altra evasione si è consumata, dalla Casa Circondariale di Barcellona Pozzo di Gotto, nel Messinese che però è durata poco. Conferma la cattura dei due evasi il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, il più rappresentativo dei Baschi Azzurri. A fuggire erano stati due detenuti stranieri dall'VIII Reparto del carcere. «L'evasione si è consumata nella tarda serata, e sembra che i due detenuti abbiano scavalcato il muro di cinta con il lenzuolo», commenta Lillo Navarra, segretario nazionale per la Sicilia del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE. «Sono gravi due evasioni, e cinque detenuti scappati - 3 a Favignana e 2 a Barcellona Pozzo di Gotto - in poche ore. Gli allarmi lanciati dal SAPPE sono stati completamente disattesi. Avrebbero dovuto fare seriamente riflettere il ciclico ripetersi di eventi critici in carcere che vede coinvolti detenuti stranieri, come da tempo denuncia proprio il SAPPE». Donato Capece, segretario generale del SAPPE, evidenzia infine come anche l'evasione dei detenuti dal carcere di Barcellona Pozzo di Gotto sia «sintomatica del fatto che le tensioni e le criticità nel sistema dell'esecuzione della pena in Italia sono costanti. A poco è servito il calo parziale dei detenuti, da un anno all'altro: oggi i numeri tornano ad essere preoccupanti, con oltre 57.6000 detenuti presenti. Altre, allora, devono essere gli interventi normativi per il sistema penitenziario e l'esecuzione della pena nazionale, a cominciare dall'espulsione dei detenuti stranieri, specie quelli - e sono sempre di più - che, ristretti in carceri italiani, si rendono protagonisti di eventi critici e di violenza durante la detenzione. E anche su questo il Ministero della Giustizia guidato da Andrea Orlando ed i Governi Renzi-Gentiloni hanno fallito su tutta la linea». “Brillante è stata l'operazione di servizio che ha portata alla cattura tempestiva dei due fuggitivi”, commenta Donato Capece, segretario generale del SAPPE. “Va però ribadito con forza che le carceri, per minori e per adulti, sono più sicure assumendo gli Agenti di Polizia Penitenziaria che mancano, finanziando gli interventi per far funzionare i sistemi di sicurezza interna, potenziando i livelli di sicurezza delle carceri. Altro che la vigilanza dinamica, che vorrebbe meno ore i detenuti in cella senza però fare alcunchè. Al superamento del concetto dello spazio di perimetrazione della cella e alla maggiore apertura per i detenuti deve associarsi la necessità che questi svolgano attività lavorativa e che il personale di Polizia Penitenziaria sia esentato da responsabilità derivanti da un servizio svolto in modo dinamico, che vuol dire porre in capo a un solo poliziotto quello che oggi fanno quattro o più agenti, a tutto discapito della sicurezza. Le idee e i progetti del Ministero della Giustizia in questa direzione si confermano ogni giorno di più clamorosamente fallimentari e sbagliati”.