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A Napoli una stamperia di documenti falsi

Un ghanese falsificava carte d'identità, passaporti e permessi di soggiorno

Francesca Musacchio
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Una stamperia di documenti falsi nei pressi della moschea. E' quanto scoperto dalla polizia municipale di Napoli che ieri ha sequestrato circa 7500 tra carte d'identità, passaporti, carte di circolazione di veicoli, tessere sanitarie, permessi di soggiorno per motivi umanitari e asilo politico e vari timbri falsi dell'ufficio stranieri di alcune Questure italiane tra cui quella di Roma. La stamperia clandestina si trovava all'interno di un'abitazione privata in vico Fondaca a Vicaria, nei pressi di Porta Capuana, non lontana dalla moschea di via Torino. A finire in manette un cittadino di nazionalità ghanese, Mohammed Ali Tahiru, di 42 anni, trovato all'interno dei locali. Secondo gli investigatori, proprio davanti al luogo di culto, avveniva lo smercio di documenti dietro il pagamento di una somma di denaro. Il ghanese faceva affari sostando davanti la moschea a caccia di clienti. La mattina, stando alle indagini condotte agli agenti anche con pedinamenti e appostamenti, si posizionava all'esterno della sala di preghiera per intercettare i nuovi clienti.   L'uomo, stando alle dichiarazioni rese alla municipale dopo l'arresto, chiedeva 20 euro per falsificare una nuova identità, che già nel pomeriggio consegnava al cliente. Tra i documenti che forniva, anche permessi di soggiorno per motivi umanitari e asilo politico di ottima fattura. Tra i timbri rinvenuti nel locale, inoltre, è stato rinvenuto anche quello della Questura di Roma, oltre che di Caserta e Bologna. Nell'abitazione dove hanno fatto irruzione gli uomini della municipale è stato ritrovato anche denaro in contante, circa 3mila euro, oltre a carte di identità in bianco rubate al Comune di Napoli e Portici. Ma non solo. All'interno della stamperia clandestina sono stati ritrovati passaporti americani originali nascosti all'interno di un materasso, stampanti laser di ultima generazione e computer. L'uomo aveva organizzato un vero e proprio mercato di falsi documenti contattando altri stranieri a cui vendeva la merce dopo aver scattato una foto all'acquirente, averla scannerizzata e apposta sul documento. Insomma, un fornito archivio di falsi o originali risultati rubati.  Al 42enne ghanese sono stati contestati i reati di ricettazione, produzione di documenti falsi, contraffazione di atti pubblici, contraffazione di impronte digitali. Sulla vicenda, però, ora vuole vederci chiaro anche l'Antiterrorismo. Mohammed Ali Tahiru, infatti, era già nel mirino. Negli anni scorsi fu fermato dalle forze dell'ordine per lo stesso motivo. Tutto il materiale sequestrato è ora al vaglio degli investigatori per risalire ai complici e all'organizzazione criminale che gestisce il traffico di documenti falsi. Il sospetto, infatti, è che dietro l'attività dello straniero finito in manette si nasconda una vera e propria rete, gestita dalla criminalità organizzata e che fornisce supporto agli immigrati che arrivano nel nostro Paese proprio attraverso i documenti falsi.

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