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Thyssenkrupp, bocciato il ricorso dei dirigenti: "Condanne giuste"

Davide Di Santo
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Nessun errore nella sentenza di condanna definitiva per il rogo avvenuto allo stabilimento torinese della Thyssenkrupp, in cui, nel dicembre 2007, persero la vita 7 operai. Con questa motivazione la terza sezione penale della Cassazione ha bocciato, dichiarandoli inammissibili, i ricorsi straordinari presentati dall'amministratore delegato della Thyssen Harald Espenhahn (condannato a 9 anni e 8 mesi), dai dirigenti Gerald Priegnitz, Marco Pucci (entrambi condannati a 6 anni e 10 mesi) e Daniele Moroni (condannato a 7 anni e 6 mesi) contro il verdetto che la Suprema Corte - quarta sezione penale - pronunciò il 13 maggio 2016.  Il giudice non ha sbagliato "E' del tutto assente - si legge nelle ordinanze depositate oggi dalla terza sezione penale - l'errore di fatto attribuito al giudice di legittimità", il quale ha invece "diffusamente argomentato" sulla "rideterminazione della pena" effettuata in sede di appello-bis, "ritenendola conforme a legge ed adeguatamente giustificata, tenendo anche ben presente i contenuti dell'imputazione, le singole posizioni degli imputati e le condotte loro attribuite, nonché i contenuti della decisione delle sezioni unite", con la quale la Cassazione, nell'aprile 2014, dispose un nuovo processo d'appello per la rideterminazione delle pene.

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