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Dalle false case vacanza ai coupon, presa la banda delle truffatrici online

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Silvia Sfregola
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Dalle false case vacanza ai finti coupon online, agli inganni con le postepay e trappole a luci rosse in chat d'incontri, fino a raggiri sfruttando concerti di beneficenza di noti cantanti italiani. Non si fermavano davanti a niente le truffatrici seriali incastrate dall'indagine "Deep Impact" dei carabinieri di Reggio Emilia, città in cui la banda aveva la sua base. I destinatari dell'ordinanza di custodia cautelare sono 6, di cui 3 in carcere, mentre gli indagati 18, alcuni dei quali vicini alla Camorra, tutti accusati di associazione per delinquere, truffa aggravata, ricettazione, sostituzione di persona, uso indebito di carta di credito, estorsione e falso in atto pubblico. Circa 500 i colpi commessi nell'arco di quattro anni in Italia dall'organizzazione criminale, prevalentemente composta da donne tra i 28 e i 49 anni. Le vittime sono centinaia, e altrettanti gli euro intascati. "Vai pure a denunciarmi tanto non mi prenderanno mai", dicevano le truffatrici alle vittime non sapendo di essere intercettate. L'operazione, coordinata dalla procura della Repubblica reggiana, è scattata oggi all'alba. Grazie all'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Tribunale di Reggio Emilia, su richiesta della pm Valentina Salvi, 3 persone sono in carcere, 2 ai domiciliari e una ha l'obbligo di firma. Le perquisizioni hanno coinvolto Emilia Romagna, Piemonte, Basilicata, Lombardia e Campania. Determinante il contributo per il positivo esito dell'indagine, spiegano gli investigatori, i servizi sul caso trasmessi in tv da Striscia la Notizia e dalle Iene. Costiera amalfitana, Rimini, Riccione, Brunico e Bressanone Courmayeur sono solo alcune delle località di villeggiatura dove la banda proponeva case vacanza inesistenti. I truffatori pubblicavano online finti coupon di finte aziende, e ingannavano gruppi di disoccupati con fittizie offerte di lavoro. Truffe anche ai danni di tabaccherie: gli indagati entravano negli esercizi commerciali, simulavano pagamenti con bancomat privi di fondi e uscivano promettendo di rientrare con il denaro necessario. Poi, però, sparivano nel nulla con la carta ricaricata. Inoltre utilizzando falsi profili di donne avvenenti circuivano uomini che versavano soldi su postepay con la finta promessa di una relazione sentimentale, o semplicemente di un incontro occasionale. Le truffatrici avrebbero sfruttato anche un concerto di beneficienza di un famoso cantante in tour per una reale raccolta a favore della lotta ai tumori: in ospedale la banda vendeva falsi biglietti d'ingresso. Nel tranello è caduta anche una guardia giurata che, ignara dell'inganno, aveva versato alle criminali tutti i soldi raccolti nel nosocomio per contribuire alla nobile causa.

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