Attico di Bertone, processo in Vaticano. Il pm chiede 3 anni per l'ex manager Profiti
Tre anni di reclusione e l'interdizione perpetua dai pubblci uffici per l'ex presidente del Bambin Gesù Giuseppe Profiti e l'assoluzione per insufficienza di prove per per il tesoriere Massimo Spina. Queste le richieste del pubblico ministero al processo per la distrazione di fondi relativa alla ristrutturazione del mega appartamento occupato dal cardinale Tarcisio Bertone, ex segretario di Stato, a Palazzo San Carlo in Vaticano. Riguardo al professor Profiti, il promotore aggiunto di giustizia, Roberto Zanotti, ha affermato: "Non c'è dubbio che ci sia stato peculato, per distrazione dei fondi e non per appropriazione perché non c'è dubbio che la Fondazione Bambino Gesù abbia pagato. Emerge che ha pagato senza dubbio e sulla base di una decisione personale di Profiti, senza passare nel consiglio direttivo della Fondazione mentre non c'è nessun dubbio che qualcuno lo dovesse autorizzare. Infatti l'amministratore pubblico può avere un potere di tipo discrezionale ma questo ha un limite e qui è incorso in un vizio che si chiama eccesso di potere". Opacità e pessima gestione La vicenda della ristrutturazione dell'appartamento del cardinale Tarcisio Bertone "mette in luce purtoroppo una vicenda di sorpendente di opacità, di silenzi e di pessima gestione del denaro pubblico: un quadro opaco che non è esaltante, ma per quanto possa essere desolante non è un aspetto di questo processo". Lo ha affermato il procuratore aggiunto Roberto Zanotti nella sua requisitoria al processo per la distrazione di fondi della Fondazione Bambino Gesù che si concluderà sabato prossimo. La penultima udienza, prima dell'intervento del pm, era stata dedicata alla audizione della attuale presidente del Bambin Gesù, Mariella Enoc, la quale ha effettivamente descritto una situazione sconcertante: al suo arrivo all'ospedale del Gianicolo, ad esempio, non c'era stato passaggio di consegne con il predecessore Giuseppe Profiti, oggi imputato nel processo vaticano. Non solo: i documenti della Fondazione, secondo quanto ha detto, "non erano protocollati". Così le lettere tra Bertone e Profiti riguardo all'appartamento la presidente le ritrovò in un faldone e in un primo momento pensò di non doversene occupare in quanto le sembrarono "una corrispondenza privata". Da Bertone "donazione" di 150mila euro La Enoc, nella testimonianza nel processo in Vaticano ha confermato che l'ex Segretario di Stato, card. Tarcisio Bertone, ha versato 150mila euro al Bambino Gesù come "atto di generosità". Il cardinale ricevette una lettera della stessa Enoc nella quale lei chiedeva la restituzione dei 422mila euro, dati dalla Fondazione Bambino Gesù con la presidenza di Giuseppe Profiti, alle aziende che hanno rifatto l'appartamento del cardinale; in seconda battuta, Enoc chiedeva che il cardinale intercedesse presso il Governatorato, sempre riguardo a quei soldi. Lettera che Enoc - lei stessa ha riferito - aveva fatto precedere da una telefonata. Bertone fece rispondere dall'avvocato che "nulla doveva" ma poi fece la donazione all'ospedale. Alla domanda sul perche' avesse scelto di non dare seguito al progetto, ovvero l'utilizzazione dell'attico di Bertone per raccolta fondi, Enoc ha risposto: "Non era nel mio stile fare fundraising facendo cene a casa di cardinali o di altre personalità".