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Pochi laureati e bistrattati. L'Ocse bacchetta l'Italia

Preoccupa il divario della scuola tra il Nord e il Mezzogiorno

Silvia Sfregola
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Tra i giovani italiani nella fascia 25-34 anni solamente il 20% è laureato, contro il 30% della media Ocse. Lo sostiene il rapporto dell'organizzazione di Parigi sulla 'National Skills Strategy', presentato oggi a Roma, al Ministero dell'Economia. La situazione italiana è molto particolare. L'Ocse sottolinea che nelle aziende gli stessi laureati spesso non vengono valorizzati abbastanza. "Il livello dei salari in Italia è spesso correlato all'età e all'esperienza del lavoratore piuttosto che alla performance individuale, caratteristica che disincentiva nei dipendenti un uso intensivo delle competenze sul posto di lavoro", si legge nel rapporto. LO SPECCHIO E L'ISTRUZIONE "La ricchezza di un Paese sta nella capacità di sostenere il capitale umano all'Ocse, dove sono stato per 10 anni, conoscono quanto è importante puntare sull'istruzione". Così il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, aprendo il convegno di oggi sul rapporto. Nonostante "le risorse siano limitate", rimangono "margini da usare con oculatezza" per "il progetto di lungo termine" di "sostegno al capitale umano", ha aggiunto Padoan, il quale prima di arrivare al dicastero di via XX Settembre ha lavorato per dieci anni proprio all'Ocse. Il segretario generale dell'organizzazione, Angel Gurrìa, dice: "Noi non siamo qui per criticare l'Italia, siamo qui per dare uno specchio, con il quale ci si possa vedere, nudi". CAMPANIA UN ANNO INDIETRO DA BOLZANO E in questo specchio si vede una "variazione significativa nella performance degli studenti all'interno del Paese - spiega il rapporto - le regioni del Sud restano molto indietro rispetto alle altre". Gli studenti della provincia autonoma di Bolzano, ad esempio, ottengono risultati estremamente soddisfacenti, registrando però un divario equivalente a più di un anno scolastico rispetto a quelli della Campania. Questo divario viene registrato tramite la performance Pisa, cioè "Program for International Student Assessment", un sistema per accertare le competenze dei quindicenni scolarizzati. LA MATEMATICA E L'INGLESE "Gli esperti e i professionisti del settore scuola hanno ripetutamente rilevato che in Italia molti giovani non possiedono buone competenze matematiche e non hanno una conoscenza approfondita della lingua inglese", spiega il rapporto. E' però vero che le scuole italiane sono considerate "inclusive" e con "un buon livello di qualità", ma resta "la necessità di migliorare le competenze di base - quali capacità di lettura e le competenze matematiche - come del resto quelle trasversali, tecniche e digitali delle nuove generazioni". BONUS PER I PROF Per ridurre il divario esistente tra le diverse regioni si potrebbero premiare i prof che restano dove ci sono più difficoltà. "Le scuole con livelli non sufficienti di performance potrebbero avere bisogno di un sostegno ulteriore per attirare e trattenere gli insegnanti più esperti, quelli, cioè, che possono raggiungere gli standard prefissati", scrive ancora l'Ocse. "Si potrebbe ottenere questo risultato, per esempio, attribuendo un bonus monetario o promozioni di carriera agli insegnanti che, nelle scuole con basse performance, raggiungano gli standard prefissati", continua il report. PERMESSI RETRIBUITI PER I PADRI Bisogna, per l'Ocse, "incoraggiare i padri a richiedere più permessi retribuiti per i figli", ad esempio con "l'estensione della durata dei congedi di paternità". "Tra i paesi membri dell'Ocse, l'Italia è al quartultimo posto per percentuale di donne occupate - si legge nel rapporto -. Dato preoccupante, molte donne non sono neanche alla ricerca di un posto di lavoro, ciò fa sì che l'Italia faccia registrare il terzo tasso di inattività più alto tra paesi membri dell'Ocse".

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