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Scuola, il Miur ammette il flop della chiamata diretta. Il Gilda: si torni a graduatorie

Solo 3.300 insegnanti dei 12mila finiti negli ambiti territoriali individuati dai presidi

Maria Grazia Coletti
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Flop della chiamata diretta degli insegnanti, dopo l'ammissione da parte del Miur i sindacati evocano il grande ritorno delle graduatorie. «Sul flop totale della chiamata diretta abbiamo ampiamente ragione come dimostrano anche i dati del Miur: preso atto del fallimento, adesso si ritorni al sistema delle graduatorie con criteri oggettivi, così come previsto dalla Costituzione». Così Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, commenta i risultati del monitoraggio effettuato da viale Trastevere. Secondo i grafici forniti dal ministero, nelle operazioni di trasferimento è stato individuato dai dirigenti scolastici meno del 30% dei circa 12mila insegnanti finiti negli ambiti territoriali, cioè poco più di 3.300. La débâcle della chiamata diretta ha interessato anche i docenti neo assunti a tempo indeterminato: soltanto 12.976, su un totale di 27.388, sono stati scelti direttamente dai dirigenti scolastici sulla base dei loro curriculum. «Il quadro tracciato dal Miur - afferma Di Meglio - conferma pienamente quanto già la Gilda aveva rilevato attraverso le proprie sedi provinciali: soprattutto nelle regioni del Centro e del Sud i presidi hanno preferito che ad assegnare i professori ai loro istituti fossero gli uffici scolastici territoriali». «Di fronte a questo palese fiasco, segno che anche i dirigenti scolastici non sono più alleati del Miur sul fronte della Buona Scuola, - conclude il coordinatore nazionale della Gilda - sarebbe opportuno che il Governo facesse un passo indietro e ripristinasse il sistema di selezione basato su punteggi e graduatorie».

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