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Omicidio di Noemi Durini, l'autopsia non scioglie i nodi. Sospetti per ferite al collo

Davide Di Santo
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Il corpo di Noemi Durini, la sedicenne uccisa a Specchia, in provincia di Lecce, lo scorso 3 settembre, presenta lesioni multiple. Ma, essendo estremamente decomposto dopo dieci giorni semicoperto da alcune pietre in un uliveto di Castrignano del Capo, i medici legali che oggi hanno effettuato l'autopsia non possono esprimersi su quali di queste lesioni abbiano determinato realmente il decesso. I medici legali comunque hanno "forti sospetti" su alcune lesioni presenti tra il collo e la testa della sedicenne. Il fidanzato di Noemi, in carcere per omicidio premeditato, ha confessato di aver ucciso la ragazza con una coltellata al collo e si attendono ulteriori accertamenti medico legali per confermare questi sospetti. Resta da accertare, invece, quale sia stata l'arma utilizzata e se ci sono stati eventuali complici che abbiano aiutato il minorenne a nascondere il corpo. La ragazza - stando ai primi accertamenti - sarebbe stata uccisa il giorno della scomparsa, il 3 settembre. Occorrerà studiare la vitalità di tutte le lesioni e aspettare, a questo fine, l'esito di ulteriori analisi che sono state già programmate (analisi sulle larve per la determinazione dell'epoca della morte, che tuttavia dovrebbe coincidere con il momento della scomparsa; esami istologici sugli organi; analisi del dna). L'autopsia, compiuta dal medico legale dell'ospedale Vito Fazzi di Lecce, Roberto Vaglio, incaricato dalla Procura dei minorenni di Lecce, alla presenza del consulente della famiglia, il professor Francesco Introna, ha confermato quanto già accertato nel corso del primo esame cadaverico: ci sono lesioni al capo e al collo ma ce ne sono anche in altre parti del corpo. L'esame autoptico ha confermato l'assenza di fratture craniche. Alla luce di tutto questo i medici legali non si esprimono sull'arma che sarebbe stata utilizzata per il delitto, per il riserbo chiesto dalla Procura della Repubblica.

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