Noemi Durini, convalidato il fermo del fidanzato killer Molotov contro la casa dei genitori
Invita «a con commettere gesti di cui ci si potrebbe pentire», don Antonio de Giorgi, parroco di Specchia in provincia di Lecce, comune dove viveva la sedicenne Noemi Durini. La tensione, nella comunità del basso Salento, è alta e i carabinieri presidiano la casa del fidanzato reo-confesso, presa di mira nella notte da ignoti che hanno lanciato due bombe molotov, rimaste inesplose. Oggi la gip del Tribunale dei minorenni di Lecce, Ada Colluto, ha convalidato il fermo del ragazzo, L.M. di diciassette anni, accusato di omicidio volontario premeditato aggravato dalla crudeltà e da futili motivi. Tra le due famiglie, quella della vittima e del suo presunto assassino, la tensione è alta, e anche la casa dei genitori della studentessa è piantonata dalle forze dell'ordine. «Invito tutti i cittadini a mantenere la calma e il controllo delle parole e delle azioni - ha detto il parroco nel corso della messa - Non è con la vendetta che si ottiene giustizia per la povera Noemi. La rabbia è tanta, ed è comprensibile. Ma la vendetta non è mai la soluzione razionale e giusta. Abbiamo fiducia nella giustizia». I carabinieri di Alessano hanno recuperato i resti di due bottiglie incendiarie lanciate nella notte e stanno analizzando le immagini delle telecamere di sorveglianza della zona alla ricerca dei reponsabili. In mattinata la giudice ha disposto il trasferimento del ragazzo in un istituto protetto per minori fuori dalla regione Puglia. Ieri i difensori 17enne, gli avvocati Luigi Rella e Paolo Pepe, hanno chiesto alla gip di disporre una perizia psichiatrica sul ragazzo. Gli accertamenti autoptici sul corpo di Noemi dovrebbero iniziare domani, lunedì 18 settembre, e potrebbero concludersi martedì. Successivamente si svolgeranno i funerali, e per quella giornata il sindaco di Specchia Rocco Pagliara ha proclamato il lutto cittadino.