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Lecce, il fidanzato di Noemi Durini si difende: l'ho uccisa perché voleva sterminare la mia famiglia

Il ragazzo dopo l'arresto rischia il linciaggio. Il cadavere della sedicenne trovato sepolto sotto le pietre dopo 11 giorni di ricerche

Francesca Pizzolante
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"L'ho uccisa con un coltello che Noemi aveva con sé quando è uscita dalla sua abitazione”. I particolari della confessione shock di L.M. 17 enne reo confesso dell'omicidio della sua fidanzata, Noemi Durini, arrivano a tarda notte quando una folla si raduna fuori dalla stazione del comando dei carabinieri di Specchia, in provincia di Lecce, aspettando che il giovane uscisse per essere condotto nel carcere minorile. E lui con aria da spavaldo ha sfidato tutti, salutando come una rockstar e facendo la linguaccia a chi invocava la pena di morte. I carabinieri hanno dovuto tenere a bada i presenti e per un momento è stato sfiorato il linciaggio. “L'ho ammazzata perché premeva per mettere in atto l'uccisione di tutta la mia famiglia", avrebbe detto agli inquirenti. Una storia dai contorno torbidi che presenta ancora tanti punti neri sui quali gli inquirenti dovranno fare luce. Quel che è certo è che Noemi non c'è più. La sua giovane vita è stata spezzata dal fidanzato che l'ha attirata con l'inganno nelle campagne di Castrignano del Capo. Il suo cadavere è stato ritrovato sepolto dalle pietre. Ma in questo omicidio ancora tutto da spiegare c'è un altro nome al vaglio degli inquirenti, quello del padre di L.M. All'uomo è stato notificato un avviso di garanzia per sequestro di persona e occultamento di cadavere. L'atto è stato notificato all'indagato in occasione della perquisizione in corso nell'abitazione di famiglia a Montesardo, frazione di Alessano. Qualche settimana fa il fidanzato 17enne e presunto assassino di Noemi era stato denunciato alla Procura per i minorenni dalla mamma della vittima, Imma Rizzo, a causa del suo carattere violento. La donna, che temeva per la sorte della figlia che da un anno frequentava il giovane, chiedeva ai magistrati di intervenire per far cessare il comportamento violento del ragazzo e per allontanarlo dalla figlia. Ne erano nati due procedimenti: uno penale per violenza privata, l'altro, civile, per verificare il contesto familiare in cui vive il giovane e se fossero in atto azioni o provvedimenti per porre fine alla sua indole violenta. Procedimenti - a quanto è dato sapere - che non hanno portato ad alcun provvedimento cautelare, come il divieto di avvicinarsi alla sedicenne, ma che sono stati attualizzati dalla Procura per i minorenni solo dopo la denuncia di scomparsa di Noemi. L'unica conseguenza che ha prodotto la denuncia della mamma della 16enne è stato un inasprimento dei rapporti tra le famiglie dei due fidanzati. Noemi Durini era scomparsa da casa il 3 settembre scorso: l'ultima sua immagine è stata catturata da una telecamera di sorveglianza e risale alle 5 del mattino di quel giorno. Si vede una Fiat 500 bianca sulla quale sale e alla cui guida si trova il fidanzato 17enne che oggi, a 11 giorni dalla scomparsa della ragazzina, ha confessato l'omicidio. Nell'immagine si vede l'utilitaria arrivare e fermarsi in via San Nicola, a Specchia, a poche centinaia di metri da casa della giovane. A bordo ci sono i due fidanzati, con il 17enne al volante della vettura intestata alla madre. Agli inquirenti, per giorni, il 17enne, di Alessano, ha raccontato di aver accompagnato la sedicenne nei pressi del campo sportivo di Alessano e di averla lasciata lì. Ma la versione del ragazzo, sin dal primo momento, non ha convinto gli investigatori che hanno concentrato l'attenzione sul 17enne, un ragazzo dalla personalità violenta. E c'è un breve filmato che descrive bene il suo carattere: il 17enne è stato ripreso mentre rompe a colpi di sedia i vetri di una vecchia Nissan Micra parcheggiata per strada ad Alessano. L'auto sarebbe di una persona con la quale il giovane avrebbe avuto un acceso litigio e risalirebbe alla scorsa settimana, pochi giorni dopo la scomparsa di Noemi e poco tempo dopo un alterco avuto con il padre della sedicenne che si era recato ad Alessano per avere informazioni sulla figlia. I famigliari di Noemi avevano un rapporto conflittuale con il 17enne: non volevano che la sedicenne avesse una relazione con lui. Qualche tempo fa la mamma di Noemi aveva segnalato alla magistratura minorile il ragazzo a causa del suo comportamento violento.

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