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Il carabiniere accusato di stupro dalle studentesse si difende: sono un cretino, non uno stupratore

La discoteca dove i carabinieri sono intervenuti per una rissa

Silvia Mancinelli
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«Sono vent'anni che indosso la divisa. Vent'anni che combatto contro i delinquenti. Vent'anni che dedico la mia vita agli altri. Si lo ammetto. Ho fatto una cosa inopportuna, sbagliata, assurda. Ma lo stupro no, mai. Non ho stuprato nessuno, Dio lo sa. È il peggior reato che esista. Non l'ho violentata, quella ragazza era consenziente. Lo giuro, credetemi». Ecco la verità del carabiniere di Prato davanti ai magistrati Giuseppe Creazzo e Ornella Galeotti. Una verità che, da indagato, ha reso spontaneamente ieri mattina al Palazzo di Giustizia di Firenze accompagnato dal suo legale, l'avvocato Cristina Menichetti. Il militare parla a dirotto, senza fermarsi, dopo due notti insonni. Sentiva il dovere morale di parlare, di dire la sua, quando ancora non gli era stato notificato alcun atto dalla Procura da cui risultava fosse indagato. SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI

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