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Rimini, immigrato col "permesso" di stuprare. Qualcuno ha sentito la Boldrini?

Alessandro Meluzzi
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L'arresto dei quattro personaggi di Rimini non può non indurre al di là dello sconcerto e della rabbia, qualche riflessione di merito sia sul piano umano che su quello civile e giuridico. Intanto la composizione della squadra, che sembra riflettere in modo visivo e statistico la composizione del nostro problema postmigrazionista. Un problema che è stato mistificato fino a ieri dicendo che gli italiani stuprano come i migranti dimenticando che la popolazione migratoria dell'8 per cento fa il 32 per cento dei reati, il che significa che, in una media ponderata, i migranti delinquono sei volte di più. Ma i buonisti non amano la matematica. Due magrebini, marocchini già residenti in Italia e figli di un onesto personaggio agli arresti domiciliari. Già questo primo step serva a sgomberare il campo da ogni sociologismo assolutorio.  I due quindici e sedicenni erano già seguiti dagli efficienti servizi sociali della provincia di Pesaro, così come il paparino che si è premurato di giustificarli immediatamente ricordando che di rubare qualche cellulare e di spacciare un po' capita a tutti gli adolescenti, stupri a parte. Gli altri due sono un minorenne proveniente dall'Africa subsahariana e un ventenne congolese, il quale fino a qualche settimana fa postava su Facebook due immagini da dandy globalizzato con appelli alla fraternità universale stile Soros e Bergoglio. Pare che questi sia stato effettivamente il capo della banda degli osceni stupratori con una crudeltà terrificante, proporzionale alla falsità universale che gli garantiva un diritto d' asilo in Italia per ragioni umanitarie. Chissà quali. In questa fiera dell'approssimazione e del caos già abbiamo di fronte a noi gli esiti di due potenziali «ius soli» più due «ius laboris» nullafacenti o, per meglio dire, dediti allo spaccio, alla violenza e ad altri orrori immaginabili. Quello che più colpisce è il fatto che su questa vicenda, dalla quale non può che provenire una tragica lezione, sia calato il silenzio... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI

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