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Rimini, la trans peruviana ha riconosciuto gli stupratori

Silvia Sfregola
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Si intensificano a Rimini gli sforzi per identificare e rintracciare i quattro uomini che alle 4 di sabato mattina hanno violentato una 26enne polacca, dopo aver picchiato e rapinato il ragazzo con cui si trovava, sulla spiaggia di Miramare. Nella notte lo stesso gruppo ha anche aggredito una transessuale di origini peruviane sulla strada statale. Atti "di violenza disumana e inaudita" per il questore di Rimini Maurizio Improta. La trans peruviana, secondo quanto si apprende, ha riconosciuto senza ombra di dubbio i quattro aggressori. La prostituta ha visto le immagini elaborate dalla polizia e ha identificato chi l'ha stuprata. La violenza è avvenuta nella notte dopo quella della ragazza polacca al Bagno 130 di Miramare. Le vittime restano intanto ricoverate in ospedale, dove hanno ricevuto la visita dell'assessore alla Sicurezza, Jamil Sadegholvaad. "Erano sconvolti, terrorizzati, ma stanno affrontando il dramma con grande dignità", ha spiegato l'assessore a Il Resto del Carlino, riferendo l'appello della ragazza: "Vi prego, aiutateci a tornare a casa". Il gruppo con cui i due giovani erano in vacanza in Romagna ha già fatto rientro in Polonia, mentre nel primo pomeriggio di oggi all'ospedale di Rimini è arrivato in visita il console polacco. Dalle testimonianze dei ragazzi inizia a chiarirsi meglio la dinamica dell'accaduto. I due giovani hanno raccontato che si stavano scattando foto sul lungomare quando sono stati circondati da un gruppo di 4 giovani stranieri, forse nordafricani, probabilmente sotto l'effetto di droghe. Il branco li ha trascinati verso il bagnasciuga, dove si è consumata l'aggressione. La ragazza è stata poi buttata in mare dai quattro, che sono fuggiti. È stata una prostituta romena a trovare la donna insanguinata e sotto shock e a dare l'allarme. Le indagini proseguono con l'analisi approfondita delle immagini delle telecamere installate sul lungomare e nei lidi. A rimini è arrivata l'unità speciale per i crimini violenti della polizia, che entra a far parte della task force attivata dalla Questura. Il sindaco di Rimini, Andrea Gnassi, ha fatto sapere con una nota che l'amministrazione comunale si costituirà parte civile. "rimini è sconvolta per questa notte di violenza improvvisa, inaudita, belluina e crudele" scrive Gnassi "e si stringe intorno alle vittime". Il comune, insieme all'Ausl e ad altre istituzioni, ha già attivato tutte le misure di aiuto e supporto, da quello medico sanitario a quello psicologico, agevolando anche il collegamento con le famiglie per i due ragazzi. "Continueremo a farlo nelle prossime ore e nei prossimi giorni. Ed è per loro che la comunità riminese si costituirà parte civile allorché comincerà il processo nei confronti dei pazzi criminali responsabili di tutto questo", continua il primo cittadino, perché "per le tre vittime dell'allucinante notte di terrore tra venerdì e sabato, rimini chiede giustizia". Anche la giunta regionale esprime vicinanza alle vittime per bocca dell'assessore al Bilancio e alle Pari opportunità, Emma Petitti: "Quanto accaduto non è un fatto solo criminale ma va oltre ogni confine di umanità". "rimini è modello nel mondo per la sua apertura e la sua accoglienza, non permetteremo che un gesto di un gruppo criminale metta in discussione questo", spiega la giunta regionale.

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