ALLERTA ROSSA
Terremoto, Ingv: "Il sisma del 2016 più devastante dell'ultimo secolo ma non è finita qui"
L'Italia è fragile sia territorialmente che urbanisticamente. L'Italia è una paese sismico e quindi l'allerta deve essere costante e permanente. L'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, a un anno dal terribile terremoto che ha distrutto molti paesi dell'Italia Centrale fa il punto sulla situazione e lancia l'allarme. "Da un anno a questa parte - racconta il presidente dell'Ingv Carlo Doglioni - abbiamo superato i 75.177 eventi sismici nell'area della sequenza. Tra essi 9 hanno magnitudo maggiore di 5 (compresi il 6.5 e il 6.0), 62 tra magnitudo 4 e 5, 1087 tra 3 e 4. Tutti i restanti sono sotto magnitudo 3. E non è finita, anche se sembra che la situazione si sia stabilizzata". Il presidente sottolinea che "il terremoto fa parte della nostra storia. L'Italia è un Paese sismicamente attivo e dobbiamo aver paura dei terremoti. Lì dove il sisma si è verificato può tornare, e lì dove non c'è mai stato non è detto che non ci sarà. Dovremmo avere un'allerta permanente". Secondo l'Ingv "lo scenario del danneggiamento complessivo rilevato dopo le ultime forti scosse del 18 gennaio 2017, con gravi danni estesi per circa 70 km dall'area di Campotosto (AQ) e dal Teramano, a sud, fino a San Severino Marche e Tolentino verso nord, è tra i più vasti, gravi e distruttivi osservati nell'ultimo secolo in Italia". Una situazione, dunque, molto delicata per l'Italia che vede nella zona vesuviana il suo maggiore rischio. "Il distretto vulcanico napoletano è sicuramente il distretto a più alto rischio al mondo", ha detto Francesca Bianco, direttore dell'Osservatorio Vesuviano dell'Ingv. Per Bianco si tratta di "un'area estremamente urbanizzata dove convivono tre tipi di vulcani con caratteristiche differenti, il Vesuvio, una caldera, quella dei Campi Flegrei, dove è in corso una crisi bradisismica anche se lenta, e un isola vulcanica come Ischia, dove si generano, come è accaduto il 21 agosto, anche fenomeni di frattura".