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Choc a Milano, sequestra modella inglese per venderla all'asta on line e chiede riscatto di 300 mila euro

Katia Perrini
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Aveva sequestrato una modella britannica di 20 anni e l'aveva tenuta segregata in casa a scopo di estorsione. La squadra mobile di Milano ha fermato un cittadino polacco, accusato di sequestro di persona. L'uomo è finito in manette lo scorso 18 luglio e il fermo è stato convalidato con l'emissione di ordinanza di custodia cautelare in carcere. Le indagini sono state coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia, dal procuratore aggiunto Ilda Boccassini e dal sostituto procuratore Paolo Storari. Il polacco era "un soggetto pericoloso che presenta aspetti di mitomania". Lo ha detto il sostituto procuratore Paolo Storari nel corso di una conferenza stampa alla questura di Milano, spiegando che le indagini, che in breve tempo hanno portato all'arresto del rapitore, "hanno fornito tanti elementi ci fanno dire con ragionevole certezza che si è trattato di un vero sequestro di persona". La vittima è stata drogata con chetamina, chiusa dentro un sacco, portata in macchina per ore e richiusa in casa. Lo scopo dell'uomo sarebbe stato quello di vendere la giovane all'asta per 300mila euro in Bitcoin. "Il soggetto si riteneva appartente al gruppo Black Death (Morte Nera), che si presume attivo sul deep web, su cui esiste un rapporto Europol, la cui esistenza non è però confermata", ha spiegato il sostituto procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia. Il sequestratore organizzava aste online per la vendita di ragazze rapite, attraverso annunci in cui indicava razza, nome d'arte e luogo asta. "Non è chiaro però se le giovani fossero state realmente rapite o se l'uomo si inventasse tutto", ha spiegato il pm. L'uomo si presentava anche come killer professionista e si interessava a materiale chimico e veleni.  "Il sequestratore ha chiesto 300mila dollari di riscatto all'agente della modella. La ragazza è stata ammanettata, ai piedi e alle mani, sia durante il percorso in auto, che nella prigionia. La ragazza era nel baule dell'auto, chiusa, ammanettata e con lo scotch sulla bocca", ha spiegato ancora Serena Ferrari, dirigente della questura di Milano. "Il contatto da parte del rapitore avveniva con il titolare della agenzia della modella. Il fronte di indagine prosegue per capire se si tratta di una organizzazione criminale più ampia, in un mondo illecito con profili internazionali", ha aggiunto. Il carceriere della modella inglese di 20 anni rapita vicino alla stazione centrale l'11 luglio e rilasciata sei giorni più tardi "ha fornito una sua versione dei fatti in cui conferma di essere stato fisicamente con la ragazza". Lo ha spiegato il dirigente della Squadra Mobile di Milano Lorenzo Bucossi. Il rapitore, di nazionalità polacca, non ha fornito quindi una confessione vera e propria, diversamente da quanto scritto in precedenza.

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