"C'è il materasso", e lo arrestano. Johnny lo Zingaro trovato a Siena
La Polizia ha arrestato il latitante Giuseppe Mastini detto Johnny Lo Zingaro, evaso il 30 giugno scorso dal carcere di Fossano, in provincia di Cuneo. Lo rende noto la Polizia con un Tweet. Gli agenti della Direzione Centrale Anticrimine lo hanno individuato a Pietrasanta da dove poi si è allontanato insieme alla compagna. Sulle sue tracce gli investigatori della Polizia di Stato e della Polizia Penitenziaria hanno ricostruito tutti gli spostamenti della coppia localizzando i fuggitivi in Taverne d'Arbia (Siena). La coppia aveva trovato ospitalità da alcuni parenti della donna che, per l'occasione, avevano anche acquistato un nuovo materasso. A questo punto sono entrati in azione i poliziotti che si sono sostituiti ai corrieri ed hanno provveduto alla consegna. Gli agenti, una volta all'interno, hanno segnalato la presenza dell'uomo facendo scattare immediatamente dopo l'irruzione che è stata coordinata dal Servizio Centrale Operativo. È stato catturato il latitante Giuseppe Mastini detto Johnny Lo Zingaro, evaso il 30 giugno scorso dal carcere di Fossano (Cuneo) pic.twitter.com/tVJaIqj5iR— Polizia di Stato (@poliziadistato) 25 luglio 2017 Johnny lo Zingaro, era considerato evaso dal carcere di Fossano (Cn) dal 30 giugno. Giuseppe Mastini nasce nel 1960 a Bergamo, da una famiglia di giostrai di etnia sinti. A 10 anni si trasferisce a Roma coi familiari e inizia subito a frequentare la criminalità giovanile del quartiere Tiburtino e a 11 anni ha già all'attivo un furto e una sparatoria con la polizia. Il 30 dicembre 1975 rapina un autista di tram con un complice. Sparano contro all'autista due colpi di pistola e ne occultano il cadavere, che verrà trovato una settimana più tardi in un prato in zona Tiburtina. Il 15 gennaio 1976 vengono emessi due ordini di cattura a carico di Johnny e del suo complice. Le accuse sono di omicidio volontario, rapina aggravata e porto abusivo di pistola. Il giorno successivo Johnny si costituisce e viene rinchiuso nel carcere minorile di Casal Del Marmo. Pochi giorni dopo l'arresto, il 2 febbraio 1976 Johnny e il suo evadono dal carcere di Casal Del Marmo. Il giorno dopo si costituiscono. Johnny viene trasferito al carcere minorile de L'Aquila. Evade nuovamente, il 24 settembre 1977, ma la latitanza dura pochi giorni. Per l'omicidio dell'autista di Roma Johnny Lo Zingaro viene condannato a 11 anni di carcere. Maggiorenne, Johnny viene trasferito al carcere dell'Isola di Pianosa, in provincia di Livorno. Da qui, nel 1981 evade per l'ennesima volta. Riprende la sua attività di rapinatore. Viene fermato insieme a un complice, dopo un inseguimento. A bordo della sua auto vengono trovate armi. Si sospetta quindi che Mastini, detto Johnny lo Zingaro, insieme ad altri, stesse organizzando un sequestro di persona. Viene rinchiuso nel carcere di Rebibbia, dove tenta ancora una volta di fuggire. Poi viene trasferito a Volterra. Qui Mastini pare cambiare passo, tanto che nel maggio 1986 torna a Rebibbia accompagnato da un rapporto in cui si legge che è consapevole di dover cambiare strada. Nel febbraio 1987 ottiene una licenza di otto giorni per buona condotta. Al termine della licenza, però, non fa ritorno in carcere, ma compie decine di rapine nella capitale. Nel 1987 per Johnny scatta un ordine di cattura per omicidio a scopo di rapina, tentativo di omicidio e detenzione illegale di armi da fuoco. Si tratta dell'omicidio Sacrofano. Poi nel 1989 arriva la condanna all'ergastolo, per tutti i reati a lui ascritti (ad eccezione dell'omicidio di Sacrofano, per insufficienza di prove) in seguito a una serie di sparatorie e sequestri di persona effettuati a Roma nella notte del 23 marzo 1987. Il suo nome fu anche legato al caso Pasolini per via di un'amicizia con militanti neofascisti. Una complicità, per cui fu anche indagato, ma che non è mai stata provata e che Mastini ha più volte smentito.