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Come a L'Aquila anche per il terremoto di Amatrice un imprenditore ride al telefono

Davide Di Santo
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Anche per il terremoto del Centro Italia dello scorso anno c'è un imprenditore che ride al telefono. Come per il sisma de L'Aquila, otto anni fa, quando Francesco Piscicelli, intercettato, diceva: "Io ridevo stamattina alle 3 e mezzo dentro il letto". Si tratta di Vito Giuseppe Giustino, 65enne di Altamura (Bari), presidente del Cda della cooperativa l'Internazionale intercettato nella nuova inchiesta della procura dell'Aquila su presunte tangenti nella ricostruzione pubblica. Il gip scrive: '"'RIDE'. L'uomo, ai domiciliari, annuisce e ride parlando delle future commesse, in particolare ad Amatrice". Si tratta di una telefonata tra Giustino e il geometra della sua stessa ditta, Leonardo Santoro, anche lui ai domiciliari. "Santoro - si legge nell' ordinanza - gli racconta quello che ha detto a Lionello Piccinini, dipendente del Mibact Abruzzo, a sua volta ai domiciliari, dopo il Terremoto di Amatrice: 'Se ti posso essere utile, voi fate l'elenco, mo' dovete fare uno screening dei beni sotto vostra tutela: se vi serve qualcosa per i puntellamenti, via dicendo, noi siamo a disposizione', racconta Santoro a Giustino, che ride più volte. 'Siamo strutturati, abbiamo una struttura potentissima e abbiamo bisogno di fare qualcosa per tenerci attivi. Abbiamo chiuso un po' di cantieri e abbiamo diciamo una cinquantina di unità lavorative che non so dove c...o mandarle". L'ordinanza di custodia cautelare, di 183 pagine, è stata emessa dal giudice Giuseppe Romano Gargarella e sottolinea il "comportamento particolarmente cinico" degli imprenditori. Gli imprenditori, professionisti e funzionari dei beni culturali d'Abruzzo raggiunti da misure cautelari dell'inchiesta sono quindici mentre gli indagati sono 35. Dieci sono ai domiciliari.

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