LA PROTESTA DEL SAP A PALERMO
Pochi poliziotti lasciati soli a fronteggiare l'emergenza immigrati
«La mafia qui non si è mai arresa. C'è chi si costruisce una realtà parallela nella quale vivere, convinto che i tempi degli attentati siano storia vecchia. Ma basta un busto distrutto a ricordare che la piovra che strozza questa terra non ha mai smesso di muoversi». È un poliziotto in pensione, nato e cresciuto a Palermo, a raccontare come si vive nell'isola di Falcone e Borsellino. A venticinque anni dalla strage di Capaci e di via D'Amelio la Fiat Croma blindata della scorta che precedeva l'auto di Falcone e della moglie, accartocciata e chiusa in una teca di vetro butta il sale su una ferita che non può cicatrizzare. La Palermo che domani ricorderà Borsellino nell'anniversario della sua morte, è il cuore di una Sicilia che si barcamena coi pochi mezzi a disposizione per far fronte a un'altra grande prova, quella della gestione degli sbarchi all'ordine del giorno. Protetta da grandi cordoli in cemento che, mascherati da new jersey, sono stati pensati per scongiurare attentati terroristici con mezzi pesanti, fa i conti con una coperta al solito troppo corta. Il calo delle forze dell' ordine si misura in quattromila forze di polizia in meno rispetto a dieci anni fa, a fronte di compiti aumentati e decisamente più one rosi. Ieri mattina una delegazione del Sap, guidata dal segretario generale Gianni Tonelli, è stata ricevuta dal Questore Renato Cortese... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI