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Migranti, Austria pronta a schierare l'esercito al Brennero

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Katia Perrini
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Sui migranti, in attesa che si trovino soluzioni concrete, è ancora crisi. E mentre l'Austria si dice pronta a presidiare il Brennero con l'esercito, e il ministro Minniti condanna l'iniziativa ("avrà ripercussioni"), il commissario europeo alle Migrazioni, interviene sulla difficile situazione italiana e in un'aula quasi deserta è scontro tra Juncker e Tajani al Parlamento Ue. Avramopoulos pro Italia "Oggi l'Italia si trova in una situazione delicata e la aiuteremo. Lo facciamo già politicamente, economicamente, materialmente. Abbiamo ottenuto risultati, ma bisogna raddoppiare gli sforzi per ridurre i flussi in modo significativo" ha dichiarato il commissario europeo alle Migrazioni, Dimitris Avramopoulos, in un'intervista a Le Figaro, dove ha aggiunto: "La situazione dell'immigrazione com'è oggi non è più sostenibile". Vertice a Bruxelles La Commissione europea ha presentato oggi una serie di misure da adottare per accelerare gli interventi collettivi dell'Unione europea lungo la rotta migratoria del Mediterraneo centrale. Ecco le misure nel dettaglio, così come sono state illustrate dalla stessa Commissione in un comunicato diffuso questo pomeriggio: La Commissione intende: - incrementare ulteriormente la capacità delle autorità libiche grazie a un progetto dotato di 46 milioni di euro e preparato congiuntamente con l'Italia; - finanziare la creazione in Libia di un centro di coordinamento e soccorso marittimo pienamente operativo; - aumentare i finanziamenti per la gestione della migrazione in Italia di ulteriori 35 milioni di euro da mobilitare immediatamente; - garantire una piena mobilitazione delle agenzie dell'Ue: - l'Ufficio europeo di sostegno per l'asilo (Easo) è pronto ad aumentare il numero delle unità mobili che contribuiscono al trattamento delle domande; - l'Agenzia europea della guardia costiera e di frontiera dovrebbe esaminare urgentemente le proposte dell'Italia in relazione all'operazione congiunta Triton; - e la riserva di reazione rapida della guardia di frontiera e costiera europea, forte di 500 esperti sul rimpatrio, è pronta per essere dispiegata su richiesta dell'Italia; - avviare e finanziare un nuovo sistema di reinsediamento, in particolare da Libia, Egitto, Niger, Etiopia e Sudan di concerto con l'Unhcr e con decorrenza immediata; - collaborare con la Libia per rafforzare i controlli sulla frontiera meridionale, in cooperazione con i paesi del G5 Sahel e gli Stati membri e con il sostegno finanziario dell'Ue; - intensificare gli interventi per stipulare accordi di riammissione (o accordi informali equivalenti) con i paesi di origine e di transito, con il sostegno degli Stati membri; - intensificare la cooperazione con Niger and Mali nell'ambito del quadro di partenariato per prevenire gli spostamenti verso la Libia; - continuare a lavorare con l'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (Oim) per accelerare i rimpatri volontari assistiti dalla Libia e dal Niger verso i paesi di origine, anche mediante un aumento dei finanziamenti; - garantire di concerto con gli Stati membri la piena attuazione del quadro di partenariato, anche estendendolo ad altri paesi rispetto ai 5 prioritari, esercitando pressioni di tipo sia positivo che negativo; - in aggiunta ai 200 milioni di euro già stanziati nel 2017 per la "finestra" per l'Africa settentrionale («North Africa window») del Fondo fiduciario UE-Africa, garantire finanziamenti equivalenti per il 2018 e gli anni successivi con contributi del bilancio dell'UE e degli Stati membri; Gli Stati membri dovrebbero: - contribuire in modo più sostanziale al Fondo fiduciario UE-Africa per integrare il contributo di 2,6 miliardi di euro del bilancio limitato dell'Ue, in linea con gli impegni da loro assunti nel novembre 2015; - accelerare il ricollocamento dall'Italia, reagendo in modo più rapido alle richieste italiane, aumentando la consistenza e la regolarità degli impegni; - contribuire, di concerto con la Commissione e il servizio per l'azione esterna, al dialogo con la Tunisia, l'Egitto e l'Algeria e incoraggiare tali paesi ad associarsi alla rete Seahorse per il Mediterraneo e invitare la Tunisia e la Libia a dichiarare le rispettive aree di ricerca e salvataggio e a istituire un centro ufficiale di coordinamento e soccorso marittimo; - accelerare, di concerto con il Parlamento europeo, le discussioni sulla riforma del sistema di Dublino per la distribuzione delle domande di asilo all'interno dell'Ue, al fine di disporre di un quadro più stabile per affrontare tali problemi in futuro; - mobilitare le loro capacità, in sinergia con quelle della guardia costiera e di frontiera europea, per contribuire al rimpatrio dei migranti irregolari dall'Italia; L'Italia dovrebbe: - redigere, in consultazione con la Commissione e sulla base di un dialogo con le Ong, un codice di condotta per le Ong che effettuano attività di ricerca e soccorso nel Mediterraneo; - rispettare gli impegni assunti in materia di ricollocamento: - registrando urgentemente tutti gli eritrei presenti in Italia; - centralizzando e standardizzando la procedura di ricollocamento; - consentendo il ricollocamento dei minori non accompagnati; - e facendo prova di una maggiore flessibilità nei controlli di sicurezza organizzati a livello bilaterale con altri Stati membri; - attuare rapidamente la legge Minniti, anche: - creando capacità supplementari nei centri di crisi; - aumentando la capacità di accoglienza e aumentando in modo sostanziale e in tutta urgenza la capacità di trattenimento, portandola ad almeno 3mila posti; - aumentando il periodo massimo di trattenimento in linea con il diritto dell'Ue; - e accelerando in modo marcato l'esame delle domande di asilo in fase di ricorso; - accelerare i rimpatri: - applicando procedure di rimpatrio accelerate; - avvalendosi maggiormente delle procedure rapide e dei motivi di inammissibilità; - elaborando un elenco nazionale di paesi di origine sicuri; - emettendo decisioni di rimpatrio di pari passo e contemporaneamente con quelle sull'asilo; - valutando la possibilità di utilizzare restrizioni in materia di residenza; - ed evitando di fornire documenti di viaggio ai richiedenti asilo. Al Brennero arriva l'esercito Era l'inizio di aprile dello scorso anno quando l'Austria annunciava di essere pronta a inviare un contingente di soldati e poi a chiudere con un "muro" il passo del Brennero, se il numero di migranti in arrivo da sud fosse aumentato in modo drastico. Succedeva in vista delle presidenziali del 24 aprile nel Paese. Oggi, più di un anno dopo, Vienna annuncia l'invio di soldati e blindati al valico per timore che il numero di profughi dall'Italia torni ad aumentare. Succede in vista delle elezioni politiche d'autunno. Sono 750 i soldati pronti a raggiungere il passo, mentre quattro blindati (di tipo Pandur, per bloccare le strade) sono già nei pressi dal fine settimana scorso, ha annunciato il ministro della Difesa, Hans Peter Doskozil. Una misura "indispensabile, se il flusso dall'Italia non diminuirà", ha detto. "Ci stiamo preparando e proteggeremo il nostro confine al Brennero, se sarà necessario", ha detto il ministro degli Esteri, Sebastian Kurz, citato dal giornale Kurier. La chiave di lettura è in quei "se". Perché Vienna è ben consapevole, confermano fonti della provincia autonoma di Bolzano, che non è in corso nessun allarme. L'avvertimento all'Italia giunge mentre gli arrivi attraverso il mar Mediterraneo, in questa estate, stanno registrando nuovi picchi (e mentre Vienna impone da oltre un anno controlli ai confini con Slovenia, Slovacchia e Ungheria, nella zona di libera circolazione Schengen). Ma i destinatari del nuovo messaggio di Vienna non sono solo a sud della frontiera, bensì anche all'interno del Paese: sono gli elettori. Gli austriaci infatti il 15 ottobre andranno alle urne per le elezioni generali anticipate, e il tema caldo della pre-campagna elettorale è proprio la situazione migratoria in Europa.

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