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L'Italia batte i pugni con l'Ue: "Chiudiamo i porti alle navi straniere"

Davide Di Santo
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I numeri del Viminale sono spietati: i migranti sbarcati dall'inizio dell'anno sulle coste italiane sono 76.873 (tra cui 9.761 minori non accompagnati) con un aumento del 13,43% rispetto allo stesso periodo del 2016. È la fotografia di un'emergenza. Così il governo è pronto a chiudere i porti italiani alle navi straniere che effettuano i salvataggi. L'ipotesi circolava gia' da qualche giorno ma oggi c'e' stato un passo formale: l'ambasciatore italiano presso l'Unione europea, Maurizio Massari, ha incontrato il commissario agli Affari Interni, Dimitri Avramopoulos, e gli ha consegnato una lettera nella quale il governo italiano sottolinea che, a seguito dell'impressionante numero di arrivi di migranti di questi giorni, "la situazione ha raggiunto il livello massimo di sostenibilita'" per l'Italia con un serio "impatto sulla vita socio-politica del paese". Dodicimila in 48 ore Basti pensare che, solo nelle ultime 48 ore sono stati salvati in mare 12.000 migranti, grazie all'azione di 22 navi, molte delle quali appartengono a organizzazioni non governative. Questi numeri, ha spiegato il rappresentante italiano a Bruxelles, "hanno portato al limite le capacità dell'Italia di gestione degli sbarchi. In queste circostanze potrebbe essere difficile per le nostre autorità permettere futuri sbarchi di migranti nei porti italiani". Massari ha ricordato al commissario Avramopoulos che "gli sforzi profusi dall'Italia in questi anni sono stati enormi e sono andati ben aldilà degli obblighi internazionali". La Commissione, attraverso un suo portavoce, ha tenuto a sottolineare che "la questione degli sbarchi e' governata dal diritto internazionale e che qualsiasi cambiamento all'attuale dispositivo deve essere prima discusso e comunicato in modo appropriato in modo da dare alle organizzazioni non governative l'opportunità di preparasi". Lo stupore di Bruxelles Secondo quanto fa sapere l'Agi l'istanza italiana avrebbe, in realtà, colto di sorpresa la Commissione. E da fonti di Bruxelles è trapelato che l'eventuale chiusura dei porti italiani potrebbe riguardare esclusivamente le Ong e le navi mercantili straniere che operano fuori dall'area di ricerca e soccorso italiana, la cosiddetta SAR (Search and rescue). Nessun impedimento, fanno notare a Bruxelles, potrebbe essere posto, invece, alle navi dei Paesi comunitari che partecipano alle operazioni Triton e Sophia. Per cambiare il mandato e le modalità operative di tali operazioni, servirebbe, infatti, un accordo "all'unanimità" fra i Paesi partecipanti. Importante comunque la presa di posizione del capo della diplomazia europea, Federica Mogherini, che ha fatto sapere di dare pieno appoggio alle richieste italiane. Guardando al fronte interno, alla mossa del governo italiano è giunto subito il sostegno del segretario del Pd, Matteo Renzi. Quanto alle opposizioni, FI si è detta soddisfatta per la presa di posizione italiana, mentre la Lega si e' limitata a dire che il governo ci e' alla fine arrivato con tre anni e mezzo di ritardo.

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