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Caldo senza fine e scorte d'acqua al minimo, l'Italia rischia la siccità

Katia Perrini
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Il caldo eccezionale e l'assenza di pioggia stanno mettendo a dura prova l'Italia. La crisi idrica tocca da vicino circa 16 milioni di persone residenti nelle regioni e nelle province più a rischio. Nei soli tre mesi primaverili sono mancati 20 miliardi di metri cubi d'acqua su tutto il territorio nazionale, pari al volume del Lago di Como e, in queste settimane, molte regioni e comuni stanno dichiarando lo stato di emergenza. Il ministro dell'Ambiente, Gian Luca Galletti, ha convocato nel pomeriggio a Piacenza una riunione straordinaria dell'Osservatorio permanente del Distretto Padano e annunciando la convocazione per lunedì dell'Osservatorio ambientale con la Regione Lazio anche per la situazione a Roma. Per il Paese, sostiene il ministro, servono «misure strutturali» per affrontare un'emergenza che «sta diventando la normalità». «Io non sono un talebano - ha commentato - non dirò mai 'Non lavatevi per non usare l'acquà. Però dico che una cosa è usarla e una è sprecarla. Lo chiedo oggi con particolare forza: utilizziamo l'acqua con la massima prudenza e non sprechiamone neanche una goccia». Dopo Toscana, Emilia Romagna, Veneto, Friuli Venezia Giulia e Sardegna ieri il consiglio dei ministri ha decretato lo stato d'emergenza anche per le province di Parma e Piacenza, la cosiddetta "food valley italiana2. Il livello idrometrico del fiume Po è più basso di oltre un metro e mezzo rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e in alcune zone è al suo minimo storico. Anche nel Lazio mancano le risorse idriche e, per questo motivo è scattata l'allerta rossa con erogazione a singhiozzo in 72 città della provincia di Roma. Ieri la sindaca della Capitale, Virginia Raggi, ha firmato un'ordinanza per regolamentare l'uso dell'acqua potabile, proveniente dalla rete idrica comunale gestita da Acea Ato 2, che mira soprattutto a preservare il livello delle acque del lago di Bracciano. Il provvedimento consente i prelievi di acqua potabile per i normali usi domestici e sanitari, inclusi i servizi pubblici di igiene urbana, ma limita l'utilizzo delle risorse idriche per irrigazione di orti e giardini, il riempimento di piscine mobili, il lavaggio di automobili o altri veicoli, qualunque uso ludico che non sia quello del servizio personale. La siccità che ha colpito la Penisola, secondo una stima di Coldiretti, ha provocato danni per quasi un miliardo di euro in agricoltura. Dai cereali ai foraggi, dagli ortaggi alla frutta, dal girasole al pomodoro, ma anche i vigneti e i pascoli per l'alimentazione degli animali, che sono sotto stress per il caldo, con un calo fino al 20% della produzione di latte. Iniziata nell'autunno del 2016, la crisi idrica è stata aggravata dalle temperature al di sopra della media stagionale e dal gran numero di turisti che hanno determinato un considerevole aumento delle esigenze di acqua potabile. «La siccità e il caldo record che stanno colpendo l'Italia ci ricordano ancora una volta che il clima sta cambiando causando in tutto il mondo danni all'ambiente e mettendo in pericolo la salute e la vita delle persone», denuncia Legambiente, che ribadire «l'urgenza» di avviare i piani nazionali di adattamento al clima e di incentivare una corretta e sostenibile gestione della risorsa idrica, per ridurre la domanda e i consumi e per incrementare l'efficienza degli usi.

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